Vista l’ecatombe che si è schiantata contro l’Emilia Romagna in questi giorni, facciamo un salto nel passato andando a rivivere altri disastri naturali. In quest’articolo parleremo dell’alluvione di Palermo del 15 Luglio 2020.
Mentre io sto scrivendo e voi state leggendo, migliaia di cittadini e volontari stanno scavando tra il fango in Emilia Romagna. L’ultimo disastro che si è abbattuto sulla nostra povera Italia ha portato con sé dati spaventosi: 14 vittime, più di 10mila sfollati e danni per miliardi e miliardi di euro. Ora che il peggio sembra passato, solo una cosa può venire in mente agli abitanti delle cittadine colpite: resilienza. Bisogna sapersi rialzare anche quando il mondo colpisce con fendenti bassi.
Per ritrovare una calamità del genere non dobbiamo andare troppo a ritroso nel tempo: basta fermarsi infatti al 15 Luglio del 2020 quando Palermo si ritrovò subissata da un’alluvione orribile. I numeri sono sicuramente del tutto diversi rispetto al fenomeno appena accaduto ma al contempo i cittadini siciliani difficilmente dimenticheranno quelle ore.
A Palermo, il 15 Luglio significa soltanto una cosa: festa di Santa Rosalia. Carri, processioni, bancarelle, fuochi artificiali: in quel giorno l’intera città fa festa per celebrare la santa patrona. Quel dì però il divertimento lasciò il posto alla paura. Nel pomeriggio difatti un’acquazzone mai registrato prima provocò un’inondazione fenomenale raggiungendo l’altezza record di quasi un metro d’acqua. Alle ore 16.30 si abbatte sulla città un violentissimo nubifragio mandando in traffico la viabilità locale.
La pioggia incessante permette all’acqua di accumularsi nei punti più bassi della città arrivando a toccare i 4 metri di altezza nei punti più bassi. Nelle zone limitrofe della cittadina, più precisamente attorno ai Monti di Palermo, colate di fango e pietre scendono furiosamente a valle. Dopo quasi due ore di nubifragio, il cielo si sgombera da tutti nuvole ed esce il sole. In questo modo, i siciliani possono ammirare il disastro naturale: gran parte della città è subissata di chili e chili di fango. Le autorità competenti, coadiuvate da un gruppo ingente di volontari, lavorano giorno e notte per liberare Palermo dalla fanghiglia. Il giorno seguente, il sindaco palermitano indice lo stato di calamità naturale in modo che l’esercito si rechi sul posto al fine di soccorrere la popolazione.
Come dicevamo in precedenza, i danni causati dall’alluvione palermitana sono assai differenti da quelli provocati in Emilia Romagna. Innanzitutto non sono state registrate vittime, solamente due dispersi nelle prime ore che in seguito sono stati ritrovati ed identificati. I danni calcolati invece si sono attestati intorno al milione di euro, somma provocato principalmente dal risarcimento delle assicurazioni per i danneggiamenti ai veicoli stradali. Per quanto riguarda le abitazioni, poche di esse hanno annotato alcune crepe lungo le strutture. Problemi invece nei cimiteri, dove l’acqua non ha risparmiato le bare in attesa di tumulazione. Attualmente è ancora aperta un’inchiesta per disastro colposo da parte della Procura di Palermo.
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