Alluvioni a Messina e il progetto per il ponte sullo Stretto prevede terra sui pendii?

Le alluvioni a Messina e nel territorio circostante hanno rappresentato e continuano a rappresentare un problema difficile da risolvere. Sul rischio idrogeologico intervengono molti fattori ed è veramente difficile orientarsi, ma di certo si può agire non complicando la situazione. Eppure, se andiamo ad esaminare nei dettagli il progetto per la costruzione del ponte sullo Stretto, ci accorgiamo che è previsto un riversamento della terra ottenuta dagli scavi sui pendii dei Monti Peloritani. Ma tutto ciò non espone a dei rischi?

Gaetano Sciacca, il capo del Genio civile locale, ha già fatto notare questa perplessità, rivolgendosi direttamente all’assessorato regionale alle Infrastrutture. Queste sono state le sue parole:
 
“Nelle opere di attraversamento delle numerose fiumare non si tiene conto della particolare fragilità idrogeologica del Messinese, più volte coinvolto di recente da eventi alluvionali di eccezionale intensità e drammaticità, con perdite di vite umane.”
 
Il ponte sullo Stretto di Messina non obbedisce a criteri di sostenibilità ambientale. Ma come non è stato possibile accorgersene in fase di progettazione? I cumuli di terra sui Peloritani rappresenterebbero un pericolo enorme per il territorio.
 
Nel progetto si parla di “siti di recupero ambientale“, verde pubblico, strutture sportive, obiettivo destinato a rivalorizzare quelle che comunque sono prima di tutto delle discariche di quasi tre milioni di metri cubi di terra.
 
Il risultato è un forte impatto ambientale, che andrebbe assolutamente evitato, considerata la fragilità dei terreni, la cui geomorfologia è destinata a subire smottamenti pericolosi.

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