Non è la prima volta che accade. Alcuni ambientalisti si recano nei musei pubblici ed imbrattano opere d’arte celebri
Senza dubbio la prima reazione dell’opinione pubblica di fronte alle immagini di ragazzi che gettano una scatola di zuppa su un Van Gogh è di inorridimento, ed anche un senso di esagerazione. Solo che non deve essere tralasciato il fatto che questo gesto, ripetuto in diversi musei, è essenzialmente dimostrativo, per far guadagnare visibilità alla causa ambientalista, non per guadagnarne per sé. Difatti gli ambientalisti, che peraltro vengono poi trattenuti dalla polizia, non mirano ad aggiungere followers al proprio profilo, ma a mostrare quanto sia urgente la causa ambientalista.
Al punto che il Vang Gogh londinese, imbrattato con una scatola di zuppa, è stato un gesto simbolico per raccontare, ad alta voce, quanto il cambiamento climatico e lo sfruttamento delle multinazionali infici la sopravvivenza di intere popolazioni, ed anche di società che vivono nell’Amazzonia ancora legate ad uno stile di vita ancestrale, dove senza la terra, gli alberi ed il bosco non potrebbero più sopravvivere.
Questa è la polemica che è sorta immediatamente dopo la notizia di azioni dimostrative dove gli ambientalisti si sono scagliati contro delle opere d’arte. Dunque il ballottaggio tra una causa giusta ed un’opera d’arte, che potrebbe essere persa. E questo è stato anche il caso della scultura di Degas della ballerina 14enne, conservata al museo di Washington. Solo che ciò che spesso viene omesso, è che i quadri o le opere d’arte non subiscono alcun danno. Difatti il Van Gogh in questione era coperto da un vetro protettivo, che è stato sufficiente ripulire. Anche l’opera di Degas si trovava in una teca di vetro.
Non si deve immaginare un momento in cui qualcuno lancia della vernice e poi scappa. Queste azioni dimostrative portate avanti dagli ambientalisti hanno sempre una motivazione specifica. Anche perché a quanto pare la preservazione dell’arte sembra di gran lunga più tutelata di quella ambientale. Sarebbe giusto coltivarle entrambe. L’ultima dimostrazione a Washington è stata accompagnata da una dichiarazione da parte degli autori: “Oggi, attraverso una ribellione non violenta, abbiamo temporaneamente deturpato un’opera d’arte per evocare i bambini la cui sofferenza è certa se le micidiali compagnie di combustibili fossili continuano a estrarre carbone, petrolio e gas dal suolo“
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