È una ricerca scientifica curata dall’Università di Padova quella che rivela uno scenario quantomeno insolito: sarebbe infatti l’acqua stessa a salvare la città di Venezia, il suo territorio e l’ambiente così delicato nel quale tale perla del Mediterraneo sorge.
Ma come potrebbe avvenire? Iniettando l’acqua del mare direttamente dal sottosuolo, rialzando la città rispetto al livello del mare di 30 o 40 centimetri. L’esempio deriva da casi simili in cui è stato sviluppato tale progetto per rialzare alcuni pozzi petroliferi e, come studiato dall’ingegnere Giuseppe Gambolati, alcuni punturoni potrebbero effettivamente iniettare acqua nel sottosuolo per portare la città lagunare alla salvezza dai cambiamenti climatici, i disastri ambientali e l’innalzamento del livello delle acque del mare. Ma il dibattito è aperto e ha generato notevole interesse anche oltre confine: la ricerca, infatti, è stata ripresa anche dal Water Resources Research, un’importante rivista del settore.
È importante però trarre rapidamente le dovute conseguenze dato che la città sta inesorabilmente sprofondando, fondamentalmente per due ragioni: a causa del prelievo d’acqua dolce e a causa di altre motivazioni naturali. Il tempo per rendere efficace tale lavoro, però, si conterebbe in quasi dieci anni, un tempo lunghissimo soprattutto considerando l’impatto ambientale che i mutamenti climatici stanno portando nella zona e il fatto che, comunque, i lavori non hanno ancora preso forma e non si sa neanche se la prenderanno: purtroppo, infatti, l’iniziativa è effettivamente molto onerosa e si teme che le amministrazioni locali non possano sopperire alla spesa di più di 30 milioni di euro che viene ipotizzata.
Photo: musical photo man
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