All’alba dell’ennesima tragedia tutta italiana, si torna a parlare di dissesti idrogeologici. Come se il disastro di Messina non fosse bastato a farci imparare la lezione. Due giorni fa, come tutti sappiamo, nella ridente isola di Ischia un pezzo di montagna si è staccato provocando una vittima e circa 20 feriti.
Michele Buonuomo, Presidente regionale di Legambiente, commenta così l’episodio: “Dopo un evento tragico come quello che ha colpito Ischia è chiara la necessità di pensare prima di tutto ai soccorsi. Sarebbe un errore fatale, però, non concentrarsi anche sulle vere cause di quanto accaduto. E’ non è colpa della pioggia o del destino cinico e baro. Per troppi anni nella nostra regione dissesto idrogeologico, incendi, scarsa manutenzione, cementificazione selvaggia spesso abusiva hanno rappresentato il modello di sviluppo del territorio. Basta con la Campania della paura, bisogna cambiare rotta, utilizzare fondi in modo radicalmente diverso dal passato. Tutti ormai dicono che la riduzione del rischio idrogeologico e la manutenzione del territorio sono le prime grandi opere pubbliche di cui ha bisogno il Sud e la Campania in particolare, per favorire anche la qualità ambientale e l’occupazione. Sarebbe auspicabile passare dalle parole ai fatti”
Anche il Presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, dice la sua e solleva l’accusa: “Non sappiamo ancora quali sono le cause della terribile tragedia di Ischia, ma quel che è certo è che questo Paese deve smettere di parlare di prevenzione e cura del territorio solo in occasione di disastri e lutti. E’ chiaro che abbiamo a che fare anche con gli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Ma le piogge sempre più concentrate hanno conseguenze ancora più disastrose in quei territori dove già sussistono condizioni di rischio idrogeologico elevato, problemi di abusivismo, incuria del territorio e della sua vegetazione”
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