Le zanzare stanno tormentando i cittadini del capoluogo lombardo. Milano è invasa da nugoli di insetti, i milanesi sono succubi delle punture e dai tormenti di queste afose serate estive (l’ultimo episodio è avvenuto durante il concerto del tenore Carreras, tenutosi sul tetto del Duomo, dove gli spettatori sono stati letteralmente rosicchiati dalle zanzare). Nemmeno le disinfestazioni di questa primavera, costate al comune la bellezza di 200mila euro, sono servite a debellare il problema. La Facoltà universitaria di Agraria ha messo a punto un piano di monitoraggio ambientale. Ma, a quanto pare, il Tribunale milanese non lo vuole.
Carlo Lozzia, entomologo dell’Università Statale di Milano, ha puntualizzato su quello che voleva essere il progetto: “Pensare di debellare le zanzare è utopia. Gli interventi sul verde pubblico non possono bastare nelle grandi città. I privati dovrebbero fare la loro parte. Il monitoraggio, invece, è cruciale per seguire l’andamento della popolazione“. Ma il Tar lo ha bloccato questo monitoraggio, accettandone il ricorso. Proprio non ci voleva, considerando lo stato attuale delle cose.
L’allarme zanzare è ormai vivo in tutta l’Italia. Le zanzare si riproducono a velocità record. Le uova, aiutate dal caldo torrido, si schiudono con estrema facilità e, per ogni zanzara uccisa, trecento ne nascono. Una statistica assolutamente demotivante! Senza considerare che questo proliferare incondizionato di zanzare, specialmente della specie Tigre, porta con sè tutta una serie di problemi legati alla trasmissione di malattie tropicali. Nel solo Lazio è previsto un boom di zanzare tigre: +28%. Sarà anche per questo che a Roma il Comune ha deciso di installare migliaia di Bat Box?