Ha fatto scalpore la notizia del bagnante americano infettato da un ameba mangia-cervello. Si tratta della Naegleria fowleri, che distrugge il cervello
Ha fatto davvero il giro del mondo la notizia delle ultime settimane, di un turista che dopo una nuotata in un lago è stato infettato da una rara ameba mangia-cervello. I fatti sono avvenuti nella contea di Taylor nell’Iowa. Un vero e proprio allarme, tanto che la spiaggia è stata chiusa ai bagnanti. Una misura precauzionale fondamentale per far in modo che medici e scienziati possano analizzare le acque e i possibili rischi.
Il turista al momento rischia ancora la vita e proprio per questo le ricerche sono fondamentali. In questo modo, infatti, si potranno portare gli studi per capire se le acque siano contaminate o se si tratta solo di un caso eccezionale. Ricerche e rilievi che, per avere una risposta, serviranno molti mesi. L’unica certezza è che si tratta della Naegleria fowleri.
La Naegleria fowleri è una ameba microscopica unicellulare a vita libera che può creare una rara infezione del cervello molto pericolosa: la meningoencefalite amebica primaria (PAM). Questo organismo microscopico, di solito, si trova nelle zone ricche di acqua stagnante e soprattutto nei mesi estivi quando le aree si riscaldano.
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La meningoencefalite amebica primaria si caratterizza da febbre, alterazione del sensorio, nausea, vomito, cefalea e segni neurologici focali. Un quadro clinico molto preoccupante che può portare subito al coma e alla morte. Al momento non esiste un protocollo terapeutico standard, ma amfotericina B sembrerebbe avere un buoni risultati, sebbene i sopravvissuti non si contano sulle punte delle dita. In Italia, tuttavia, è stato segnalato solo un caso.
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Il contagio con questa ameba mangia-cervelli avviene soprattutto quando l’acqua contaminata giunge accidentalmente all’interno delle cavità nasali. La Naegleria fowleri in questo modo penetrano la mucosa olfattiva seguendo un gradiente di temperatura a loro favore risalendo fino al nervo olfattivo in cavità cranica attraverso la lamina cribrosa dell’osso etmoide, fino ad arrivare al cervello attraverso i bulbi olfattivi. Con le condizioni ottimali di temperatura e di nutrienti i parassiti si moltiplicano molto velocemente, nutrendosi del tessuto nervoso cerebrale.
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