Adesso i dipendenti richiedono che la loro situazione venga riconosciuta, in modo da poter essere sottoposti di tanto in tanto agli appositi controlli medici previsti dalla legge per chi lavora in aree contaminate dall’amianto. Quest’ultimo era presente in vari punti della struttura, dai rivestimenti delle pareti ai soffitti, dal palcoscenico ai laboratori, dalla cupola nella platea al sipario antiacustico.
Sono stati effettuati dei lavori di bonifica, ma evidentemente qualche traccia è rimasta. E intanto si continua a fare finta di niente, come se la conservazione dell’ambiente non rientrasse in un discorso relativo alla responsabilità collettiva.
Di certo il caso rischia di esplodere e non si farebbe senz’altro una bella figura. Ma la situazione va affrontata al meglio e subito. C’è un problema di smaltimento dei rifiuti pericolosi, c’è un problema di immagine, ma non si può restare a guardare. Altrimenti la mappa dell’inquinamento in Italia è destinata ad allargarsi con non poche polemiche.
È una questione di ecoresponsabilità, ma occorre che qualcuno sia disposto a prendersi questo tipo di responsabilità.
Foto di Bernt Rostad
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