Riuscire nell’opera di smaltimento totale dell’amianto dovrebbe essere uno degli scopi principali del Paese ma, invece, liberarci di questo elemento così pericoloso è ancora un problema

Con una legge entrata in vigore nel 1992, l’Italia è diventato ufficialmente uno dei primi Paesi in tutto il mondo e in Europa in particolare a decidere di mettere al bando l’amianto come materiale da costruzione. La messa al bando si è resa in qualche modo necessaria dopo aver scoperto che le microparticelle di amianto che si distaccano dal materiale hanno conseguenze gravissime sulla salute e in particolare sull’apparato respiratorio.
Per questo motivo si è avviata una grande campagna nazionale che avrebbe dovuto portare allo smaltimento e alla rimozione di tutto l’amianto presente negli edifici italiani. M i dati forniti dalla Banca dati amianto dell’INAIL raccontano di una operazione di smaltimento per questo rifiuto speciale che va decisamente a rilento.
Perché dobbiamo ancora parlare dello smaltimento dell’amianto
Quando l’amianto fu messo al bando la discussione riguardo questo materiale e soprattutto riguardo la sua pericolosità era molto accesa ma purtroppo, come succede sempre, in un periodo di tempo fin troppo breve la discussione si è affievolita. Ma è invece necessario continuare a parlarne perchè, e sono i dati dell’INAIL, mancano ancora all’appello migliaia di siti. E anche se i dati sono fermi al 2020 è difficile immaginare che si sia potuti passare in tre anni da 11 mila siti circa tra quelli che sono stati bonificati in tutto o in parte a una cifra più vicina al totale di 108 mila siti.
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La pericolosità dell’amianto è sottolineata dal fatto che esistono ditte apposite che sono proprio specializzate nella gestione di questo rifiuto, che va trattato con una attenzione particolare nel momento in cui deve essere rimosso e portato in aree in cui lo stoccaggio deve essere a sua volta sicuro. Perché il pericolo che deriva dall’amianto è anche il pericolo che corrono gli operai delle aziende specializzate che trattano il materiale, che non devono trasformarsi in nuove vittime dell’amianto.
Un problema doppio

L’amianto deve seguire un percorso di smaltimento preciso e controllato in ogni sua fase. E il motivo non è solo dovuto al fatto che rilasciare nell’aria particella di amianto significa rilasciare nell’aria sostanze altamente tossiche e pericolose ma anche al fatto che si tratta di un materiale che non può in alcun modo essere riciclato. Qualcosa che accomuna l’amianto ad altri materiali, per i quali c’è però ora ancora tutto il tempo per capire cosa fare prima che questi materiali diventino un rifiuto.