Diverse foto e alcuni video, più o meno recenti, ci raccontano l’avvistamento di una anaconda gigante di 40 metri,ma come stanno realmente le cose.
Una foto apparsa sul web nel giugno del 2015 e ricondivisa da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo ci racconta di un gruppo di persone, verosimilmente cacciatori di serpenti, intorno alla carcassa di un’anaconda gigante. Secondo quello che è stato spiegato, si tratta di un gigante pesante più di mille tonnellate e che ci ha messo oltre un mese per morire, dopo essere stato ferito.
Non si tratta dell’unica immagine che vuole documentare l’esistenza di anaconde giganti lunghe decine di metri, la più “antica” è del 1948 e mostra uno di questi rettili lungo 40 metri. Invece nella foto che sarebbe stata scattata nell’estate del 2015, dovremmo vedere una femmina di serpente e, secondo il testo che l’accompagna, avrebbe avuto circa 47 anni e avrebbe ucciso diversi pescatori.
L’inganno, in questi casi, è davvero dietro l’angolo: fermandoci alla prima delle foto di cui vi stiamo parlando, il serpente gigante sarebbe stato catturato nel Rio delle Amazzoni e centinaia di blog e innumerevoli altri siti web avrebbero pubblicato questa foto. Rispetto a questa vicenda, nel corso degli anni, si è fatta molta confusione e tale anaconda gigante è stata “catturata” sempre in posti diversi.
Il perché è presto detto: l’anaconda gigante è a oggi solo un’invenzione cinematografica e oggetto di avvistamenti assolutamente privi di riscontri. Tutto questo sebbene l’anaconda sia il serpente più grande al mondo, e uno dei più lunghi dietro al pitone reticolato. Che comunque raggiunge una lunghezza massima inferiore ai sette metri. Per ritrovare serpenti lunghi quanto un autobus bisogna tornare al preistorico titanoboa.
Eppure tutto questo non basta affinché smettano di alimentarsi leggende metropolitane. Una fotografia molto famosa fu pubblicata da Diário de Pernambuco il 24 gennaio 1948 e ne abbiamo parlato già prima: rappresentava un’anaconda catturata dall’esercito, sempre in Brasile. Anche in questo caso, si parlava di una lunghezza di 40 metri e anche in questo caso la foto e la notizia risulterebbero artefatte.
Nonostante l’evidenza dei fatti, dunque, c’è chi non si è mai arreso, come Mike Warner, il quale per vent’anni ha cercato di dimostrare l’esistenza di serpenti colossali grandi decine di metri. La sua perseveranza, a giudicare dalle immagini scattate insieme a suo figlio, alla fine avrebbe pagato. Nel Rio delle Amazzoni, pensano di aver visto la testa di un serpente larga due metri e lunga circa 40 metri, quasi completamente sommersa.
L’hanno addirittura fotografata, sebbene a grande distanza, e non sembrano esserci dubbi: sono in molti a sostenere che padre e figlio avrebbero davvero fotografato un’anaconda lunga decine di metri. Ma ancora una volta, perdonate il nostro scetticismo a proposito, così come furono molti gli etologi a ritenere non vera la foto del colonnello Remy van Lierde scattata nel Congo Belga nel 1959: in questo caso, l’anaconda sarebbe stata lunga 15 metri.
Ma è davvero possibile che si siano sbagliati tutti o che tutte le foto siano artefatte, nonostante siano state tutte scattate in epoche in cui di Photoshop e in generale dell’informatica non se ne aveva sentore? Ebbene sì, c’è una tecnica per far apparire un oggetto più grande di quanto non sia in realtà rispetto agli oggetti sullo sfondo ed è nota come prospettiva forzata.
A questa confusione ed esagerazione con tecniche fotografiche un po’ creative si aggiungono anche le frodi, anche digitali, oltre che le credenze popolari. Il film “Anaconda” trae spunto da una di queste: esistono diversi documenti risalenti a epoche diverse in cui vaste aree di inondazioni vengono interpretate come scie causate da mostri senza gambe. Mostri come le anaconde giganti, dei quali esistono prove solo nella nostra grande immaginazione.
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