L’anaconda viene ritenuto il serpente più grande del mondo, indiscusso sovrano dei rettili: ma facciamo chiarezza sulle sue dimensioni imponenti.
Ha compiuto ormai un quarto di secolo un film che ha influenzato le credenze popolari attorno all’anaconda: la pellicola si chiama proprio “Anaconda” e vede nel cast tra gli altri la bellissima Jennifer Lopez. Dopo che quel cult uscì nelle sale, ebbe addirittura tre sequel e ancora oggi l’immaginario collettivo conserva un’idea chiara delle dimensioni e della pericolosità dell’anaconda.
Ma bisogna in parte smentire alcune delle suggestioni che esistono su questo rettile: appartenente alla famiglia dei boa, l’anaconda è la specie che raggiunge le dimensioni più imponenti. Non è il serpente più grande al mondo, superato con una lunghezza media di oltre un metro, dal pitone reticolato. Ancora meno può essere paragonato alle dimensioni del pericolosissimo ed estinto titanoboa.
Dimenticate insomma le dimensioni cinematografiche e anche tutta una serie di video palesemente falsi su questo comunque temibile predatore. Le dimensioni di un’esemplare femmina di anaconda possono infatti superare i sei metri di lunghezza, al contrario il maschio della specie arriva solo a metà, non andando praticamente mai oltre i tre metri.
Quello che è vero è che il suo peso considerevole, fino a 250 kg, è letale sia per gli animali che per gli esseri umani: le spire di questo rettile, infatti, non danno scampo alla loro preda. Specificato dunque che questo serpente deve farci paura, perché tra i più pericolosi al mondo, occorre smentire alcuni dati.
La sua variante più grande, l’anaconda gigante, non solo non può raggiungere gli 11 metri di lunghezza, ma semplicemente non esiste. O meglio, oltre alle voci che spesso circolano e che mai hanno trovato conferma, non esiste alcuna testimonianza diretta che può raccontarci di avvistamenti di anaconda nel suo habitat naturale, le cui dimensioni superino quelle che abbiamo identificato.
Insomma, l’anaconda può arrivare a circa sei metri, il pitone reticolato più lungo sfiora gli otto metri e in passato qualcuno ne ha documentati anche di più lunghi, sebbene non vi sia alcuna conferma ufficiale e scientifica su questo dettaglio. La differenza sta nella potenza del serpente: un’anaconda di quattro metri è forte quanto e anche di più rispetto a un pitone reticolato che superi i sette metri.
Nel passato coloniale, e ancora oggi per mano dei bracconieri, l’uccisione dell’anaconda per la vendita della sua pelle ad alto prezzo è stata pratica diffusa. Nonostante sia illegalmente vietato, il commercio prosegue in disprezzo alle leggi locali. Anche i contadini delle zone in cui vive questo rettile possono ucciderlo, spinti dalla paura che possa rappresentare una minaccia per gli animali e i bambini.
Anche la diffusione di questo pericolosissimo rettile è stata oggetto di discussione e di notizie che comunque non hanno mai trovato alcun riscontro nella realtà. Infatti, l’anaconda vive nelle foreste tropicali del Sud America ed è caratterizzata dalla sua pelle squamosa. Le femmine sono ovovipare, ovvero le uova si schiudono al di fuori dell’utero e i piccoli cominciano a nutrirsi ancor prima di nascere.
Già un cucciolo di anaconda può fare impressione per le sue dimensioni, superando anche gli 80 centimentri. Non solo: da ogni schiusa, nascono fino a 40 piccoli, per cui nella sua zona di provenienza, questo rettile spaventoso è davvero molto diffuso. L’anaconda è distinguibile dagli altri serpenti per il ventre più chiaro, oltre che che per le dimensioni spaventose.
Il corpo verde scuro e i disegni peculiari presenti sulla coda sono un tratto distintivo che rende unici questi meravigliosi rettili, tanto belli, quando pericolosi. Come detto già, non possiede veleno nei denti, ma uccide le sue prede soffocandole con la sua robusta muscolatura. Fortunatamente, l’essere umano non rientra nella sua catena alimentare, tuttavia, per paura, potrebbe attaccarlo.
Come gli altri rettili, l’anaconda non possiede denti adatti alla masticazione. Di conseguenza, ingoia la preda intera e ancora viva. Data la mole del serpente, potrebbe impiegare diverse settimane per digerire un animale di medie dimensioni, come ad esempio una pecora.
Durante questo periodo, l’anaconda si nasconde. La digestione lo rende più vulnerabile e, di conseguenza, facilmente attaccabile. Durante la digestione, cade in uno stato quasi letargico. In questo periodo, l’animale riduce al minimo le attività per risparmiare energia necessaria al processo digestivo
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