[galleria id=”1227″]Cani indignados insieme ai loro padroni. Fra la gente che protesta, perché non riesce più a sopportare le mosse dei governi che tutto fanno, tranne che cercare di risolvere una situazione di crisi ormai generalizzata, c’è anche chi ha portato in piazza o alla ribalta della cronaca i propri amici a quattro zampe. Anche gli animali domestici quindi diventano protagonisti di una vox populi che si a sentire sempre più forte. Qual è l’obiettivo? Suscitare una maggiore attenzione dell’opinione pubblica? Non passare inosservati? Far sorgere qualche perplessità in chi si trova ad osservare?
Senza dubbio di fronte a degli animali che protestano contro una “vita da cani” non si riesce a restare indifferenti. Probabilmente perché questi animali sono anche delle vittime inconsapevoli del fatto che spesso gli uomini perseguono dei fini, che vanno oltre la semplice natura delle cose, mossi dall’interesse verso il guadagno, che a volte diventa esclusivo.
Altro che le foto degli animali più buffi del mondo! Le immagini degli indignados a quattro zampe ci fanno riflettere su una situazione che affligge tutto il mondo e che rischia di esplodere, se non si adottano le misure adeguate.
La protesta degli indignados è partita dal basso e le foto dei cani che protestano ne sono un esempio evidente. Non si tratta di animali nel mondo con i più strani e rari per ogni continente, ma di comuni animali domestici. E questo rende ancora più toccante la vicenda, come la storia di affetto tra animali che ha come protagonisti i due alani inseparabili del Regno Unito.
Cani che attirano l’attenzione quindi e che si fanno strumenti di sensibilizzazione. È davvero eticamente corretto?
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