Nelle prossime settimane, si potrebbero registrare nuovi rincari per quanto riguarda beni prima di necessità come pane, pasta e biscotti.
La guerra in Ucraina ha provocato significativi effetti anche dal punto di vista economico in tutto il Vecchio Continente, Italia compresa. Il costo delle materie prime, come olio, mais, frumento, acciaio, etc, è salito vertiginosamente, situazione che ha influito sulle tasche dei cittadini europei.
Nonostante, i già pensati rincari, i prezzi potrebbero essere destinati ancora a salire per quanto riguarda pane, pasta ed altri alimenti simili. Nei giorni scorsi, difatti, è scaduto l’accordo sul grano e la Russia non ha voluto rinnovarlo.
Si prevedono nuovi aumenti per quanto riguarda pane, pasta, mais e biscotti ed altri alimenti. Lunedì 17 luglio è scaduto l’accordo relativo al transito dei cereali sul Mar Nero tra Ucraina, Russia e Turchia. Nonostante fosse prevista una proroga, il Cremlino ha deciso di interrompere i negoziati.
Per gli esperti, questa decisione potrebbe provocare una crisi alimentare soprattutto per i paesi in via di sviluppo che importano grano dall’Ucraina, tra i maggiori produttori al mondo. Non solo, a pagare il prezzo del mancato rinnovo saranno milioni di persone anche nel Vecchio Continente per via degli aumenti che potrebbero subire i beni di prima necessità.
Coinvolta anche l’Italia che, secondo i dati del Centro Studi Divulga riportati in una nota della Coldiretti, è tra i maggiori importatori di prodotti agricoli (grano, mais e olio di girasole) dall’Ucraina. Il nostro Paese, difatti, importa il 6,3% del totale, dietro solo a Cina, Spagna e Turchia. Solo nell’ultimo anno, le importazioni di grano e di mais sono aumentate rispettivamente del 430% e del 71%, per un totale di 142 milioni di chili di grano e di 795 milioni di chili di mais.
Subito dopo la scadenza dell’accordo ed il mancato rinnovo da parte della Russia, sempre secondo Coldiretti, il prezzo del grano è salito del 3,4%.
Sul possibile aumento dei prezzi delle materie prime potrebbe influire anche l’importante calo della produzione di grano duro e di grano tenero sul nostro territorio, provocato principalmente dalle ondate di maltempo registratesi nei mesi scorsi. Si stima, difatti, che per via dei danni provocati da temporali e alluvioni, il raccolto in tutta la Penisola sia calato del circa 10% rispetto allo scorso anno.
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