Muoversi o spostarsi in bicicletta per la città è sempre stato il modo più ecosostenibile e meno ingombrante che sia mai esistito. In tutte le grandi città, sono sempre di più le persone che preferiscono sbrigare le commissioni o andare a lavoro in bici piuttosto che prendere la macchina o utilizzare i mezzi. I motivi sono tanti, prima di tutto il fatto che non bisogna impazzire per trovare un parcheggio e poi anche perché un po’ di attività motoria fa sempre bene e pedalare contribuisce al benessere di una città.
Tuttavia, da un paio di mesi a questa parte, sembrerebbe che quella di muoversi in bici per andare a lavoro non sia più l’alternativa migliore per gli spostamenti a Milano.
Gli incidenti in cui giovani e anziani ciclisti hanno perso la vita, dopo esser stati travolti nel traffico intenso, si sono sempre verificati. Nel corso degli ultimi tempi, con l’aumento di violenza, come i casi di scippo ai danni soprattutto di donne in bici, i casi di incidente e di morte sono ancora più frequenti. Ma non è solo questa l’unica causa degli incidenti in cui sono coinvolti i ciclisti quasi settimanalmente nella città della moda. Un altro problema, forse quello principale, che potrebbe essere risolto con l’impegno di qualcuno, è dovuto dall’assenza di corsie speciali distribuite per tutta la città, dove i ciclisti possano muoversi e spostarsi liberamente, conosciute anche come piste ciclabili.
Nel corso degli ultimi 10 anni gli incidenti con biciclette hanno registrato ben duemila vittime, tra queste ricordiamo ancora il tragico incidente di Pier Luigi Todisco, il giornalista della Gazzetta dello Sport, travolto e schiacciato mentre si recava al lavoro a bordo della sua bici o la morte del piccolo Giacomo, che per evitare la portiera di un’auto in divieto di sosta, è stato travolto da un tram in corsa. Duemila vittime in dieci anni è ancora nulla sembra essersi risolto.
Dopo i ripetuti e sempre più frequenti incidenti, sembra proprio che qualcosa stia iniziando a muoversi anche a Milano. il Consiglio Comunale, infatti, avrebbe avanzato la proposta di suddividere i marciapiedi con delle strisce, così da permettere il passaggio dei pedoni su un lato e dei ciclisti sull’altro. Una soluzione temporanea che potrebbe accontentare tutti, in attesa che venga approvato e portato al termine il famoso PUM, ovvero il Piano Urbano della Mobilità.
Ora si teme che le due righe sul marciapiede non bastino per dividere il territorio tra ciclisti e pedoni che camminano dove gli pare e di fretta.
Una soluzione provvisoria, in attesa che il nuovo piano mobilità venga approvato, durante il quale saranno intensificati i controlli da parte dei vigili o forze dell’ordine per tenere sotto controlli i cittadini che non rispettano le regole, bloccando le vie di passaggio. Si pensi a chi parcheggia in doppia o terza fila o chi ancora parcheggia l’auto posizionandola direttamente sopra il marciapiede, obbligando non solo i ciclisti ma anche i pedoni a servirsi della carreggiata per spostarsi.