Angela Merkel e i limiti di CO2 per le auto europee: tutto fermo in vista delle elezioni?

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Angela Merkel e i limiti di CO2 per le auto europee fanno discutere. Non è nemmeno passata una settimana da quando l’Unione Europea ha cercato di frenare le emissioni nocive rapportabili alle automobili che subito saltano agli onori della cronaca alcune indiscrezioni abbastanza pesanti nei confronti della cancelliera tedesca. Alcuni rumors trapelati sul web e su diversi siti stranieri insinuano infatti che la Merkel avrebbe ceduto alle pressioni esercitate dalle lobby che rappresentano gli interessi delle case automobilistiche tedesche.

La Merkel, come riportato anche da siti autorevoli stranieri, avrebbe chiesto all’UE di rinviare il voto sulla riduzione dei consumi e dell’inquinamento atmosferico. Dietro a tutto ciò sicuramente ci sarebbero anche delle logiche elettorali: in Germania a breve si deciderà la riconferma o meno della cancelliera e del suo operato politico, e la tematica del lavoro sembra essere il nodo cruciale della sua campagna politica. Un passo indietro per un personaggio pubblico che si è occupato molto di ecologia. Il mondo dei motori, soprattutto in Germania, è uno dei colossi trainanti che incrementa l’occupazione e Angela Merkel sta puntando molto proprio su questo punto nella sua corsa politica. Si pensa, quindi, che abbia preferito scegliere, questa volta però a netto svantaggio dell’ambiente.
Il voto sui limiti di CO2 per le auto europee è stato rinviato in autunno, dopo che si saranno svolte le elezioni tedesche. Come “scusa” sarebbe stato portato avanti il fatto che in Germania i documenti relativi alla questione fossero arrivati tardi. Mercedes, Audi e BMW sarebbero state molto penalizzate dai nuovi limiti decisi a livello europeo. Per questo la Merkel potrebbe rinunciare alle sue radici green? I 27 Paesi europei avevano cercato di arrivare ad un compromesso, per far passare le emissioni di CO2 dai 130 grammi/km attuali ai 95, almeno entro il 2020.
Era stata prevista, comunque, una flessibilità, che avrebbe consentito di compensare il superamento dei livelli con la produzione di auto elettriche o ibride. Ma a quanto sembra tutto questo non sarebbe bastato. I meccanismi di un sistema industriale potente potrebbero far rinunciare al tanto tempo speso per un lavoro volto alla sostenibilità ambientale?
Il sospetto sorge spontaneo, perché i produttori di alta gamma tedeschi sono quelli che più beneficiano di una vendita che va certamente a loro favore: l’ipotesi che non si sia voluto rinunciare alla domanda di questo tipo di mercato cruciale per l’economia tedesca si fa decisamente strada anche tra i non addetti ai lavori.

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