L’anguilla elettrica, creatura marina affascinante, è nota per la sua capacità unica di generare elettricità: ma quali sono le sue caratteristiche.
Un animale in grado di produrre un campo elettrico, che si traduce in scosse, tramite dei muscoli posti sui suoi fianchi: questa è l’anguilla elettrica, un pesce piuttosto pericoloso proprio per tale ragione. Può essere fatale per gli altri pesci, e lesivo per l’uomo, anche se il voltaggio, pur nella sua maggior versione, non può ucciderlo.
La scossa serve all’anguilla elettrica come autodifesa, ed anche per immobilizzare la preda durante la caccia. Dunque chi fa immersioni e incontra questo animale, deve prestare molta attenzione. Proviamo però a capire qualcosa in più su questo pesce e sulle differenze con una comune anguilla, che troviamo sia in acqua dolce che in acqua salata, anche in Italia e in tutta Europa.
Il pesce più pericoloso di questa specie è stato scoperto in Amazzonia: noto anche col nome scientifico di Electrophorus voltai, l’anguilla elettrica può arrivare a 860 volts con una sola scossa, secondo i rilievi effettuati qualche anno fa. In passato si pensava che esistesse una sola tipologia di anguilla elettrica.
La prima è stata scoperta nel 1766 da Carlo Linneo, mentre il suo nome scientifico deriva da Alessandro Volta, lo scopritore dell’energia elettrica. Successivamente sono state rinvenute tre specie distinte, in base alla potenza dei volts emessi.
I decessi di persone legati alla scossa di un’anguilla sono davvero molto rari e stando agli esperti non sarebbero direttamente legati alla scossa, ma a un vero e proprio stordimento, che poi potrebbe causare l’annegamento del soggetto coinvolto.
Nonostante si chiami anguilla elettrica, non si tratta di un’anguilla, ma di un pesce coltello. Si tratta di una specie di pesci d’acqua dolce della famiglia Gymnotidae, particolarmente diffusi nell’America del Sud e soprattutto nel Rio delle Amazzoni e nell’Orinoco. Dunque, nonostante un recente ritrovamento a Venezia dimostri come molti pesci possano vivere fuori dal loro habitat naturale, è improbabile che questo pesce si ritrovi in Italia.
Il suo corpo è di forma cilindrica, e può arrivare ad una lunghezza di 2 metri ed un peso di 20 kg. Il che la rende la più grande della sua specie di Gymnotiformes. Fino ad anni molto recenti, e in particolare fino al 2019, è stato l’unico pesce della sua specie di cui è stata accertata l’esistenza. La monospecificità dell’anguilla elettrica è invece oggi nuovamente messa in discussione dalla scienza.
L’anguilla, come comunemente la conosciamo, vive in habitat diversi rispetto all’anguilla elettrica, con cui come detto non condivide in realtà nemmeno le origini comuni. Vive in fondali melmosi e ricchi di vegetazione, appunto in acqua dolce, ed è solita nascondersi per poi attaccare all’improvviso le proprie prede.
Il comportamento riproduttivo di questo pesce d’acqua dolce è quantomeno inconsueto: sembra infatti che i maschi, durante la stagione secca, con la loro saliva creino un nido, nel quale poi le femmine della specie depositeranno le uova.
Con una sola covata, danno vita a migliaia di avannotti, vale a dire i pesci quando terminano il loro stato larvale, e le dimensioni dei maschi sono superiori a quelle delle femmine della stessa specie. Da piccoli, possono superare infatti i 35 centimetri.
L’alimentazione dell’anguilla elettrica è costituita essenzialmente da invertebrati, tra cui gamberi e granchi, sebbene vada messo in luce come gli adulti possano andare a caccia anche di pesci e mammiferi di piccole dimensioni.
La cattura delle loro prede avviene, ma forse nemmeno è il caso di specificarlo, attraverso le forti scosse elettriche che possono anche uccidere all’istante le loro vittime. I neonati praticano il cannibalismo: si nutrono cioè delle uova della stessa covata che ancora non si sono però schiuse.
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