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Agricoltura e Allevamento

Anguilla nel menù di Natale? Tutti i motivi per cui è meglio evitare

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Hai pianificato il menù di Natale e tra le varie pietanze compare l’anguilla? Ecco perché dovresti ripensarci e cambiare idea.

Cosa succederebbe se uno dei sapori che maggiormente scegliamo per le festività natalizie rischiasse di scomparire per sempre? L’anguilla europea, protagonista dei menù di Natale in molte regioni italiane, sta lentamente sparendo dalle acque e dalle nostre tavole. Questa specie iconica, simbolo di tradizioni familiari e cultura gastronomica, sta vivendo una crisi drammatica che non possiamo permetterci di ignorare.

basta anguilla natale
Basta anguilla nel menù di Natale (Ecoo.it)

Secondo l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), l’anguilla europea è classificata come specie in pericolo critico di estinzione. Il suo declino è inarrestabile: negli ultimi vent’anni, la popolazione è crollata di oltre il 90%. Le cause di questa situazione sono molteplici e preoccupanti. La pesca intensiva, la distruzione degli habitat naturali, l’inquinamento delle acque e i cambiamenti climatici hanno messo questa specie spalle al muro.

Perché dovremmo smettere di mangiare anguilla

La vita delle anguille è segnata da un ciclo migratorio straordinario, ma anche fragile. Questi pesci percorrono migliaia di chilometri dalle acque dolci dei fiumi fino al Mar dei Sargassi per riprodursi. Questo viaggio, però, è reso quasi impossibile dalle dighe che bloccano i loro percorsi e dall’inquinamento che avvelena i loro habitat. Eppure, nonostante gli allarmi degli scienziati e delle associazioni ambientali, l’anguilla continua a essere consumata senza sosta, soprattutto nel periodo natalizio.

In questo scenario difficile, una voce autorevole ha deciso di farsi sentire: quella dello chef stellato Mauro Colagreco. Con tre stelle Michelin e il prestigioso titolo di Ambasciatore di Buona Volontà dell’UNESCO per la Biodiversità, Colagreco ha lanciato per il Natale 2024 un nuovo appello: “Basta anguilla nei menù natalizi”. Secondo lo chef, la situazione è ormai insostenibile. Continuando con l’attuale ritmo di consumo, tra dieci anni non ci saranno più anguille nei nostri fiumi e nei nostri mari. Questo monito, lanciato attraverso un video condiviso sui suoi canali social, non è solo un invito a rinunciare a un piatto tradizionale, ma un gesto concreto per dare a questa specie una possibilità di sopravvivere.

Perché tutti dovrebbero evitare di mangiare anguilla (Ecoo.it)

Mauro Colagreco non è solo in questa battaglia. La sua iniziativa fa parte di un movimento internazionale nato all’interno del World Culinary Council di Relais & Châteaux. Già nel 2023, i 21 chef di questo prestigioso consiglio avevano votato all’unanimità per rimuovere l’anguilla dai propri menù, un impegno che è stato poi esteso a tutti gli hotel e ristoranti della rete, oltre 580 in tutto il mondo.

Anguilla, il critico scenario attuale aggravato dai piatti di Natale

Questa scelta, presa in collaborazione con l’ONG Ethic Ocean, dimostra quanto sia importante agire subito per proteggere una specie a rischio. Gli chef hanno deciso di trasformare le proprie cucine in spazi di consapevolezza, mostrando come anche la gastronomia possa svolgere un ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità. Ma l’obiettivo va oltre la ristorazione. Questa iniziativa vuole spingere i governi europei ad adottare misure concrete per fermare il declino delle anguille. Senza interventi politici mirati, ogni sforzo rischia di essere vano.

Rinunciare all’anguilla durante le festività natalizie può sembrare un piccolo gesto, ma è un atto di responsabilità. Ogni piatto non servito è un passo in più verso la sopravvivenza di questa specie. Scegliere alternative sostenibili non significa privarsi del piacere della tavola, ma imparare a rispettare la natura e le sue risorse.

Anguille, la prospettiva per i prossimi anni (Ecoo.it)

La scienza, intanto, sta cercando soluzioni innovative per soddisfare la domanda senza compromettere gli equilibri naturali. La startup Forsea Foods ha già realizzato una versione di carne di anguilla coltivata in laboratorio, utilizzando cellule staminali. Questo metodo permette di ottenere un prodotto simile alla carne naturale, senza ricorrere alla pesca. Entro due anni, questa alternativa potrebbe essere disponibile sul mercato a prezzi accessibili, offrendo una soluzione concreta e sostenibile.

“Basta anguilla nei menù natalizi”, il messaggio dello chef

Il messaggio di Mauro Colagreco, e degli altri chef che hanno aderito alla campagna, non è solo un invito a rinunciare all’anguilla per un Natale. È una riflessione più profonda su come ogni nostra scelta alimentare influenzi il mondo che ci circonda. La biodiversità è un patrimonio da custodire, perché senza di essa perderemmo non solo specie straordinarie, ma anche l’equilibrio delicato che tiene in vita il nostro pianeta.

Quest’anno, forse, il Natale può avere un significato diverso. Un piatto in meno può trasformarsi in una speranza in più. E chissà, magari tra qualche anno, grazie a queste scelte, potremo ancora raccontare ai nostri figli e nipoti la storia di un pesce straordinario che ha rischiato di scomparire, ma che è stato salvato in tempo.

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