Con l’avvento dell’estate sta per tornare anche uno dei frutti di stagione per eccellenza: l’anguria. E con l’anguria ritorna anche la fatidica domanda: mangiare o non mangiare i semini?
Questione di gusti per i più, alcuni si chiedono quali siano i pro o i contro di ingerire i semini di questo frutto. Ci sono controindicazioni, o al contrario possono addirittura avere un effetto positivo?
Pro e contro del mangiare i semini dell’anguria
I semini dell’anguria sono ricchi in fibre, componente principale della loro buccia, e in vitamine, minerali e antiossidanti all’interno. Ciò fa di loro un concentrato di sostanze nutritive benefiche, a sostegno della tesi che vadano mangiati perché non solo commestibili, ma anche ricchi di benefici.
C’è di contro il il loro blando effetto lassativo, che alcuni ritengono sia una controindicazione al consumo. Sia da interi, ma particolarmente se masticati, possono irritare gli intestini più sensibili, causando qualche probema. Ciò dipende molto dalla quantità, quindi una buona regola generale è di mangiarli sì, ma con moderazione.
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Chi soffre di alcune alcune patologie intestinali, come la diverticolite, dovrebbe prestare un’attenzione particolare ai semini del cocomero. In generale, infatti, se si soffre di questa condizione si dovrebbe evitare il consumo dei semi contenuti in frutta e verdura, e di conseguenza quindi, anche quelli dell’anguria.
Non ci sono solamente effetti negativi sull’apparato digerente. In caso di vermi o parassiti intestinali, infatti, il consumo di semi di anguria sembra possa dare qualche beneficio.
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Se avete deciso di mangiare i semini dell’anguria, forse non sapete che si possono utilizzare in diversi modi, non solo mangiandoli direttamente con il frutto. La tradizione orientale, infatti, vuole che i semini vengano essiccati, per renderli più facilmente digeribili, e poi utilizzati in zuppe o infusi.
Possono essere anche macinati e aggiunti a pane, biscotti e torte. Per la loro ricchezza in ferro e magnesio, vitamine del gruppo B e omega-6, possono anche essere aggiunti a frullati per ottenere un apporto ulteriore di queste sostanze benefiche.