Ci risiamo. La spietata caccia alle balene con conseguente uccisione si è ripetuta nelle isole Far Oer, dove la pratica è diventata ormai tradizione irrinunciabile. Questa usanza ha addirittura un nome in quei luoghi: Grindadrap. In questo arcipelago incastonato tra la Scozia, la Norvegia e l’Islanda e in parte legato alla Danimarca, si consuma ogni anno la mattanza delle pilot whale, ovvero delle balene dalle pinne lunghe. Il dramma è stato documentato da un infiltrato speciale: Peter Hammarstedt, uomo di punta dell’equipaggio della nave eco-pirata Sea Shepherd (da sempre schierato contro la spietata caccia alle balene) travestito da studente per non farsi riconoscere.
Questa drammatica vicenda ai nostri affezionati lettori ricorderà da vicino la mattanza dei delfini, documentata nel film “The Cove”. Purtroppo i cacciatori, un pò per soldi e un pò per divertimento, sembrano non capire quanto queste pratiche siano crudeli e stupide. Questa volta a finire al macello sono stati ben 236 cetacei, sgozzati mortalmente e ammassati come fossero tanti sacchi di patate: le immagini sono impressionanti per cui ve le risparmiamo. Hammarstedt è riuscito a filmare e fotografare il misfatto, finchè per i suoi modi sospetti non è stato riconosciuto, allontanato e minacciato pesantemente. Ma ormai il mondo aveva a disposizione questo reportage di denuncia semplicemente raccapricciante.
La testimonianza del ragazzo è terribile, ve la proponiamo: “Tra gli animali uccisi c’erano anche femmine gravide e balenotteri ancora non nati e attaccati al cordone ombelicale delle loro madri. Un intero branco che fino a qualche giorno fa poteva nuotare libero nelle acque del Nord Atlantico è stato sterminato in un unico bagno di sangue“. E, come se non bastasse, ha proseguito col macabro racconto: “Ho visto cetacei con diversi tagli all’altezza del capo, alcuni sono stati colpiti più volte e hanno impiegato fino a quattro minuti prima di morire. I feti sono stati estratti dal ventre delle madri e lasciati morire sulla banchina. Questa razza è molto matriarcale: non posso immaginare la paura e il panico che queste madri hanno provato nel vedere le loro famiglie sterminate davanti ai loro occhi“. Speriamo che fatti del genere non si ripetano più.