[aptica-gallery id=”51532″]La proposta americana è stata miseramente bocciata. Purtroppo non si parlava di un suggerimento irrilevante, bensì del bando al commercio di pelli, denti e zampe appartenenti agli orsi polari. Proprio lui, il simpatico amico dei ghiacci reso famoso da una nota bibita gassata, che come altre specie animali è a rischio estinzione, non è stato tutelato dal vertice Onu. Il motivo? Assurdo poichè legato al denaro. Infatti, la mancanza di questo commercio potrebbe danneggiare irrimediabilmente i mercati locali delle pelli. Secondariamente, perchè la compravendita delle pellicce non rappresenterebbe di per sè una minaccia per gli animali.
Le motivazioni che hanno spinto gli americani ad avanzare questa proposta erano, ovviamente, in primis il rischio di estinzione della specie. Come se non bastasse il riscaldamento globale, insomma, che ci pensa già da solo a distruggere l’habitat del povero orso polare e minacciarne quindi la sopravvivenza. Si tratta di un calo pari ad un terzo delle specie esistenti (20-25mila esemplari) entro l’anno 2050.
Le popolazioni che vivono a spese dell’orso bianco, come Canada, Norvegia e Groenlandia, difendono la scelta avanzata dal Cites di non bandire il commercio di materie derivate dagli orsi bianchi. Frank Pokiak,leader inuit canadese, ha affermato la seguente: “Abbiamo sempre avuto cura della terra, degli animali e delle piante, perchè abbiamo molto da perdere. Se non fosse per gli orsi polari, noi oggi non esisteremmo più“. Ma gli animalisti non ci stanno e si ribellano di fronte a questa decisione. “I partecipanti hanno voltato le spalle a questa specie simbolo” ha dichiarato Jeff Flocken (International Fund for Animal Welfare). Speriamo che il tutto venga ritrattato, per la tutela (e il diritto) alla vita dell’orso polare.
Immagini tratte da:
ima.dada.net
ecologiae.com
eccezziunalo.com
repubblica.it
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