Esiste la dicitura animali domestici non a caso. Alcune specie sono vietate alla vendita ed al ricovero domestico. Lo dice la legge
Il problema del contrabbando di animali non domestici è purtroppo piuttosto presente. Alcune specie, specialmente quelle esotiche, finiscono in un mercato illegale per essere poi dirottate negli appartamenti o case di fanatici che probabilmente non si rendono conto di ciò che fanno. Le specie che non possono essere domestiche sono spesso protette. In altri casi il divieto sussiste perché possono essere pericolose, come ad esempio leoni o tigri. Altri semplicemente perché sono per natura animali selvatici, e soffrirebbero troppo rinchiusi in quattro mura. Nonostante ciò il fenomeno del contrabbando di animali vietati non accenna a diminuire.
Le fascinazione per gli animali esotici, figlia di una cultura coloniale di cui l’Occidente non si è liberato ha portato alla distorsione di voler avere un animale proveniente da Paesi lontani come fosse un oggetto di arredamento. Viene acquistato con la leggerezza pari all’acquisto di un mobile cinese o indiano.
Ma ovviamente non è la stessa cosa. In passato la moda era di avere teste di rinoceronte, leone, tigre o elefante appeso al muro, oppure addirittura di usare la mano di un gorilla come posacenere, ma adesso si vuole proprio l’animale vivo, magari cucciolo, per poi essere abbandonato quando diventa grande e pericoloso.
La legislazione sulla detenzione di animali selvatici/esotici è regolata dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (il cui acronimo è CITES), in vigore dal 1973 e recepita dagli Stati membri Ue a seguito dei regolamenti CE 338/97 e 865/2006.
Leggi anche: Alcuni orsi polari sopravvivono senza ghiaccio marino: l’importante scoperta
L’elenco di animali vietati alla vendita ed il cui possesso in casa non è legale è lungo. Per brevità si riportano le specie più diffuse:
Leggi anche: Secondo filosofo David Peña-Guzmán, anche gli animali sognano
Nell’elenco non ci sono solo animali esotici, ma anche nostrani, come ad esempio i lupi, caprioli o aquile. Chi traffica o acquista un animale dall’elenco delle specie protette, in via d’estinzione, pericolose o selvatiche, rischia una sanzione salata ed una pena fino a due anni di carcere. Ma finora i controlli sono stati troppo scarsi per portare ad una reale contrazione del fenomeno.
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…
E' scattato l'allarme nei confronti delle spezie più gettonate nella preparazione di dolci e piatti…
Anche se il Natale si propone come una festa attraente soprattutto per i più piccoli,…