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Gli animalisti contro le pellicce, con una manifestazione choc a Milano. Nel capoluogo lombardo è stata portata avanti, sabato 8 novembre, una vera e propria protesta, chiamata “StopFashionVictims“, nei confronti dei maltrattamenti e delle torture che gli animali subiscono continuamente in molti luoghi del mondo per la produzione di diversi capi di abbigliamento. La manifestazione è stata realizzata dagli attivisti animalisti di Animal Amnesty, con la partecipazione del famoso stilista Elio Fiorucci, che da molto tempo è in prima linea nella lotta contro lo sfruttamento degli animali per la moda.
La manifestazione
Una modella, Ludovica Loda, ha interpretato le vittime della sofferenza per la realizzazione di capi di moda e accessori vari. L’attrice, ricoperta di sangue finto, ha impersonato le tragedie che subiscono molti animali, rimanendo imprigionati nelle tagliole, che causano atroci sofferenze. L’attrice è stata in seguito liberata da questa struttura e ha iniziato a vagare per le vie del centro, cercando la libertà, ma è rimasta inerme di fronte alle vetrine della Galleria Vittorio Emanuele II, un modo per ricordare che dietro quelle vetrine ci sono delle vittime innocenti, che sono state sacrificate solo per diventare dei vestiti. La liberazione della vittima è avvenuta da parte di Elio Fiorucci, che ha voluto in questo modo dire un forte no alla moda che implica lo sfruttamento di animali.
Le crudeltà
Non bisogna dimenticare, infatti, che una moda che non si presenta a tutti gli effetti cruelty free si traduce nello specifico nella presenza di molti allevamenti intensivi, all’interno dei quali gli animali non trascorrono una vita serena, e di sistemi per intrappolare le povere vittime, che spesso vengono prelevate attraverso l’utilizzo di tagliole e trappole varie. In particolare è il 15% degli animali ad essere catturato con l’uso delle trappole. 10 milioni di animali ogni anno vengono intrappolati per essere trasformati in pellicce. La sofferenza è davvero tanta: gli animali che si trovano indifesi in una tagliola provano in tutti i modi a liberarsi, causando molti danni agli arti intrappolati e, a volte, amputandosi a morsi le parti del corpo che li bloccano. La loro agonia può durare anche diversi giorni, prima che il cacciatore venga a prenderli. Se non sono già morti per la sete o per la fame, viene loro tolta la vita in modo atroce. A volte finiscono nelle trappole anche animali che non interessano ai cacciatori, come cani, gatti o specie protette e rare.
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