Un bagno freddo ma anche 30 secondi con il viso immerso nell’acqua ghiacciata riducono immediatamente ansia e stress. A dimostrarlo una serie di ricerche che partono dal presupposto del diving reflex presente in tutti i mammiferi.
In Italia cresce il numero di persone che soffrono almeno di un disturbo mentale; stando ai dati presentati a Giugno nell’ambito di una ricerca europea, negli ultimi 3 anni sempre più persone hanno manifestato problemi di salute mentale. Il 20% della popolazione soffrirebbe di stati di ansia o depressione e ad esserne compiti sono soprattutto i più giovani.
Diversi i fattori che incidono sulla salute mentale: dallo stress per la frenesia delle giornate, alla mancanza di spazi verdi nelle grandi città, passando ovviamente per la crisi climatica -l’ecoansia comincia ad essere considerata sempre di più come una vera patologia- a cui si sono aggiunti lo stress dei diversi lockdown vissuti a causa della pandemia e i conflitti nelle varie parti del mondo.
Parlare di ansia, stress e depressione non vuol dire parlare solo di disturbi mentali, perché anche questi hanno una sintomatologia più o meno forte: basti pensare che nei casi più gravi di attacco di panico questo si presenta con gli stessi sintomi di un infarto in corso. Più in generale la tachicardia è una condizione comune che si avverte quando siamo sottopressione. Ma se è vero che per le patologie mentali esiste e c’è una sintomatologia fisica, allora è vero anche l’opposto e cioè che calmando i sintomi si può ritrovare anche una certa stabilità psicologica. È quello che hanno cercato di dimostrare alcune ricerche americane che sono partite dai benefici fisici dell’acqua fredda e dal concetto di diving reflex per spiegare come questi due insieme possano ridurre ansia e stress.
Innanzitutto cos’è il diving reflex? Si tratta del cosiddetto riflesso di immersione ed è comune a tutti i mammiferi. Si tratta di quel riflesso per cui nel momento in cui si inizia l’apnea si avvia una fase di bradicardia che permette di trattenere l’ossigeno più a lungo. In particolare le ricerche si sono soffermate sugli effetti che l’acqua fredda ha sul nervo vago ovvero quel nervo che parte dal cervello e si innesta lungo la colonna vertebrale e che possiamo definire come la nostra autostrada degli stimoli, in quanto influenza quelle azioni in volontarie come la respirazione, il battito cardiaco e la regolazione della temperatura.
I ricercatori americani sono partiti dall’osservazione dei comportamenti dei sub e sono arrivati alla conclusione che immergersi nell’acqua fredda possa essere un buon modo per rallentare il battito cardiaco che è accelerato, come si diceva pocanzi, durante uno stato di ansia. Una volta che l’acqua fredda colpisce il nervo vago, che controlla il sistema nervoso parasimpatico che stimola tra le altre cose il rilassamento e la quiete, questo contatto provoca delle alterazioni che sono state associate all’effetto del diving reflex.
Per attivare i benefici di questo effetto non è necessario ovviamente essere dei sub esperti, ma possiamo calmare comunque i sintomi di ansia e stress praticando una doccia fredda -i cui risvolti sul benessere fisico sono ormai bene noti-, ma chi proprio non riesce può anche sciacquare o immergere per almeno 30 secondi il viso in acqua fredda o ancora si può decidere di posizionare dei cubetti di ghiaccio, avvolti in uno strofinaccio, nella parte centrale del viso. Si tratta in ogni caso di tecniche che in maniera più o meno repentina permettono di attivare il nervo vago e quindi stimolare il rallentamento del battito cardiaco.
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