Stando ad un monitoraggio degli esperti del Cams, il buco dell’ozono sull’Antartide si è aperto in maniera precoce rispetto agli ultimi 43 anni.
Una nuova rilevazione, effettuata durante le scorse settimane, ha preso in esame l’apertura del buco dell’ozono sull’Antartide che si starebbe verificano in anticipo rispetto agli ultimi quattro decenni.
Secondo gli esperti, che hanno condotto lo studio, l’anticipo del fenomeno sarebbe da ricondurre agli effetti dell’eruzione del vulcano Hunga-Tonga, in Nuova Zelanda, avvenuta tra la fine del 2021 e la fine dello scorso anno.
Gli esperti del Cams, il servizio di monitoraggio dell’atmosfera del programma europeo Copernicus, hanno reso noti i dati sul buco dell’ozono sull’Antartide che hanno fatto emergere un rilevante aspetto.
Secondo il monitoraggio, come riporta l’Ansa, i valori della colonna di ozono sarebbero più bassi rispetto a quelli registrati negli ultimi 43 anni, un fattore che insieme ad altri indicatori fa prospettare un’apertura in anticipo del buco dell’ozono durante l’anno in corso. Gli ultimi dati, però, secondo gli esperti, fanno intuire come la situazione si starebbe riallineando alla media.
A provocare l’eventuale apertura del buco dell’ozono, che si verifica ogni anno, in anticipo sarebbe stata l’eruzione del vulcano Hunga-Tonga avvenuta fra il dicembre del 2021 e gennaio del 2022. Questo avvenimento, come sottolineano gli esperti nel monitoraggio, avrebbe provocato il rilascio di vapore acqueo finito poi negli strati superiori dell’atmosfera mutandone la composizione.
Durante il mese di luglio è stato rilevato, difatti, un livello della colonna di ozono molto inferiore alla media rispetto agli ultimi quattro decenni che indicano un’apertura precoce del buco dell’ozono.
Considerato che il buco dell’ozono sul Polo Sud dovrebbe chiudersi normalmente intorno alla fine di novembre ed aprirsi intorno alla fine di agosto, gli scienziati continueranno a monitorare la situazione fornendo informazioni utili sul fenomeno. Ad ora, difatti, spiegano gli esperti, si tratta di una questione aperta e non è possibile determinare se nel corso del 2023 si possa assistere ad un buco dell’ozono di dimensioni maggiori rispetto al passato con una riduzione dell’ozono.
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