Il mese di gennaio è stato contrassegnato da temperature record. Un dato che è stato rilevato sia in Antartide che in Europa
Le estati calde sono spesso causate da una combinazione di fattori climatici e naturali, come l’innalzamento delle temperature globali a causa dei gas serra, l’effetto El Niño e l’effetto di blocco atmosferico. L’innalzamento delle temperature globali è dovuto all’aumento dei livelli di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera, causato dalle attività umane come la combustione di combustibili fossili.
L’effetto El Niño è un fenomeno climatico che si verifica quando c’è un aumento della temperatura dell’acqua nell’Oceano Pacifico equatoriale, che può influire sul clima in tutto il mondo. L’effetto di blocco atmosferico si verifica quando una grande area di alta pressione si blocca in una posizione specifica, impedendo la circolazione dell’aria e causando temperature anomale. Ma anche l’inverno non è da meno. Infatti invece di essere rigido, il mese appena trascorso ha visto temperature sorprendentemente alte. Questo ha avuto un effetto negativo in molte parti del mondo, in particolare in Antartide.
Gennaio, temperature bollenti in Antartide e in Europa
In Antardite, un nuovo record allarmante legato alla crisi climatica è stato stabilito: l’estensione del ghiaccio marino al Polo Sud ha raggiunto il 31% al di sotto della media, classificandosi come il valore più basso di gennaio mai registrato dai satelliti e superando il precedente record negativo del 2017. Il Servizio europeo Copernicus, attraverso il suo bollettino mensile, ci fornisce una descrizione della situazione preoccupante, fornendo dati aggiornati sulle temperature globali e sulla copertura del ghiaccio marino.
Cattive notizie anche per l’Europa: il gennaio appena trascorso è stato il terzo più caldo di sempre da quando è iniziato il monitoraggio, negli anni ’90. In Italia, lo abbiamo notato tutti: durante le prime settimane, le città del Sud come Palermo hanno raggiunto i 19°C. Questa situazione ha sconvolto la natura, causando fioriture fuori stagione e disorientando gli animali come le api. Ma anche il resto dell’Europa non è stato esente da temperature fuori media, come evidenziato dal bollettino climatico di Copernicus, che include anomalie di calore nei Balcani, nell’Europa orientale e nelle regioni delle Svalbard.
I nuovi dati mostrano un aumento di 0,9°C rispetto alla media degli ultimi 30 anni durante il periodo tra dicembre 2022 e gennaio 2023. In Europa, il giorno di Capodanno ha visto temperature eccezionalmente alte, con 17°C raggiunti in molte zone centrali e orientali. Anche in America, il caldo record non ha risparmiato aree come gli Stati Uniti, il Canada, il Messico e una fascia dal sud-est al nord-ovest della Russia occidentale.
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Anche il Polo Nord non è immune a questi cambiamenti climatici, con l’estensione del ghiaccio marino artico che si classifica al terzo posto nella classifica dei dati satellitari a gennaio, al 4% al di sotto della media. Secondo gli scienziati di Copernicus, questi stravolgimenti climatici hanno un impatto significativo sulle regioni del mondo.