Il rischio estinzione per le api è molto concreto, questi animali sono preziosi per l’equilibrio del pianeta: parla l’apicoltrice Tiziana Sarti.
Le api sono animali essenziali per l’equilibrio del mondo. Non si tratta di una frase campata in aria, ma questi insetti impollinatori sono tra le specie più importanti in assoluto, e che tutti noi dobbiamo difendere e proteggere. L’inquinamento, la distruzione del verde, i cambiamenti climatici, però, ne stanno minando l’esistenza. Le api corrono una serie minaccia, e ogni anno troviamo sempre meno esemplari.
L’apicoltrice Tiziana Sarti, che vive e lavora a Viano, in provincia di Reggio Emilia, ha un’azienda, “Apicoltura La Strega Rossa”, che ha oltre 200 arnie. Qui, di lavoro ce n’è tanto, ma sono tante anche le difficoltà. L’imprenditrice stessa ammette tutti i problemi a cui, ogni giorno, va incontro, a cominciare dallo squilibrio del clima, con le stagioni oramai sfasate e imprevedibili.
“Non ci sono più le mezze stagioni”, ormai questa frase la sentiamo ripetere da molti anni, ed è vero. Purtroppo, però, non è tutto, perché, non avendo più una regola, le stagioni sono totalmente sfasate. Gli inverni sono sempre meno rigidi, le estati lunghissime, poi ci sono le gelate improvvise, magari in primavera o a metà autunno. Senza contare che i periodi di siccità sono sempre più estesi.
In assenza di pioggia, le piante non crescono bene, sono disidratate e non producono nettare, dunque le api non trovano da mangiare. E così quando avvengono le improvvise gelate, che congelano i fiori, impedendo alle api di prelevare il nettare. Le api stanno morendo di fame, ed è per questo che l’apicoltrice, nella sua azienda, è costretta ad alimentarle.
Quello che prima era un’operazione estemporanea, da effettuare solo in periodi di emergenza, ora sta diventando la normalità. Ovviamente, questa situazione comporta tante conseguenze, prima di tutto incide fortemente sull’economia del settore.
Ad esempio, quest’anno l’inverno non c’è praticamente stato, mentre la primavera si è protratta quasi fino a luglio, con maggio e giugno particolarmente freddi. L’estate bollente ha portato siccità e bruciature sulle piante.
Come afferma Tiziana Sarti, ormai gli apicoltori lavorano senza programmare niente, cercando di prevedere il clima del periodo, ma anche di proteggere gli insetti da molteplici emergenze, come avvelenamenti da pesticidi, furti di alveari e carestie alimentari.
In altre zone d’Italia la situazione è ancora più delicata, con apicoltori in piena crisi, e che spesso, in primavera, periodo di raccolta del miele, vedono la loro produzione di miele azzerata. E se prima, regolarmente, le api raccoglievano il miele in agosto, oggi è tutto diverso, e magari il prelievo, da parte degli impollinatori, è stato spostato a settembre. Le alte temperature creano spopolamento.
Inoltre, le temperature cocenti rischiano di far sciogliere i telai di cera, facendo collassare le arnie e uccidendo le api all’interno. Insomma, le difficoltà sono tante, e ogni anno che passa la situazione è sempre peggio. Si lavora di più, si spendono più soldi, mentre la produzione cala.
Un’emergenza da arginare, anche se ormai è troppo tardi. Se le api, e anche i bombi, dovessero scomparire sarebbe la fine del mondo intero.
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