Apple vuole diventare carbon neutral: entro il 2030, infatti, l’azienda commercializzerà MacBook, iPhone (e non solo) totalmente a impatto zero. E con ben 20 anni di anticipo rispetto al traguardo prefissato per il 2050.
Nel concreto, dunque, il colosso statunitense si impegnerà a compensare le emissioni di gas nell’atmosfera con una serie di operazioni mirate per ripristinare l’ecosistema naturale. Come, ad esempio, ripopolare foreste o aderire a progetti volti a salvaguardare ecosistemi rovinati, incentivando al tempo stesso il riciclo delle materie prime e l’innovazione.
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Ridurre del 75% le emissioni entro il 2030 è un obiettivo ambizioso e non di facile attuazione: anche i fornitori di Apple, infatti, dovranno diventare carbon neutral per poter continuare la collaborazione.
In vista di questo traguardo, inoltre, l’azienda sta attuando anche una serie di soluzioni innovative e green. È il caso, ad esempio, di una nuova tecnica per la produzione delle barre di acciaio che ne limita l’utilizzo del 30% rispetto ai metodi di forgiatura tradizionali e che si traduce in un risparmio di 1 Kg di CO2 emessa per ogni iPhone 11 Pro prodotto.
E non è tutto: nel processo di fusione dell’alluminio, infatti, Apple ha sostituito l’energia fossile con quella idroelettrica, utilizzando tra i propri materiali preferenziali l’alluminio a emissioni zero (noto come alluminio green) e un particolare magnete riciclato al 100% per produrre determinate componentistiche.
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Per recuperare e riciclare i materiali usati Apple sta puntando anche sulla robotica: Daisy e a Dave, infatti, sono due robot utilizzati per smontare gli iPhone e per selezionare e disassemblare le materie prime.
Inoltre, per ridurre del 75% le emissioni anche in fase di produzione, Apple sta cercando ulteriori soluzioni innovative per tutti i materiali usati. Il robot Daisy, ad esempio, è in grado di recuperare anche il cobalto dalle batterie così da poterlo riciclare in futuro (unitamente al rame utilizzato per la scheda madre, per le bobine di ricarica wireless e per i cavi).
Per ridurre l’impatto ambientale, inoltre, Apple sta puntando anche sull’efficienza energetica, abbassando il consumo dei dispositivi, aumentandone al tempo stesso l’autonomia e privilegiando il trasporto via mare e via terra (al posto di quello aereo).
Tuttavia, dal momento che per contribuire a salvaguardare l’ambiente è importante anche aumentare il ciclo di vita dei prodotti (obsolescenza programmata), il colosso americano si sta focalizzando anche su aggiornamenti e supporti continui, riparazioni sempre più facili e un potenziale incremento nella vendita di dispositivi ricondizionati.
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Infine, è importante sottolineare come di fatto negli ultimi anni Apple abbia promosso anche una serie di azioni mirate e concrete volte a proteggere l’ambiente. Dal 2018, ad esempio, l’azienda si è spesa per ripopolare una foresta di mangrovie in Colombia da 27.000 acri finalizzata ad assorbire 1 milione di tonnellate di CO2 dall’atmosfera.
Analogamente, nell’ultimo biennio, il colosso americano insieme a Conservation International ha anche sostenuto un progetto di conservazione della savana in Kenya, ovvero 900 milioni di ettari che coprono la superficie di tre parchi nazionali.
Tutto questo, infatti, si evince dal dettagliato report sull’ambiente che Apple pubblica annualmente. Senza contare che ogni singolo prodotto immesso sul mercato viene accompagnato da un proprio report specifico nel quale vengono specificati l’impatto ambientale del prodotto stesso, le materie prime utilizzate, i fornitori e le soluzioni proposte per ridurre i potenziali danni ambientali.
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