Si era puntato molto sull’Area C a Milano: era stata vista come una misura che avrebbe potuto favorire la mobilità sostenibile a lungo termine e quindi la riduzione delle emissioni nocive di anidride carbonica e il conseguente inquinamento ambientale. Adesso invece l’Area C di Milano è stata sospesa dal Consiglio di Stato in seguito al ricorso presentato da un concessionario del centro, il Mediolanum Parking. Da oggi, giovedì 26 luglio, niente più telecamere o ristrettezze nel controllo della circolazione. Il tutto, come fanno sapere i giudici, per tutelare gli interessi economici di un parcheggio privato.
E la tutela ambientale che fine fa? Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, spiega: “Ci pare paradossale e inaudito che con una sentenza venga fatto prevalere l’interesse di un singolo operatore su quello di una intera città: ora ci auguriamo che vengano trovate soluzioni per impedire che la sentenza cancelli i risultati della congestion charge, perché ciò determinerebbe un gravissimo arretramento sul fronte del governo della mobilità urbana. Di una cosa siamo certi: non vogliamo tornare ad essere ostaggi di traffico e smog”.
L’Assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran ha spiegato che quello dell’Area C è stato un provvedimento che è riuscito a migliorare la qualità della vita dei Milanesi, riducendo il traffico in centro del 34%.
In sostanza non si tratta di un provvedimento da trascurare, visti i risvolti positivi avuti in termini di riduzione dell’inquinamento. Eppure è arrivata una sentenza a vanificare tutto ciò che era stato fatto per il rispetto dell’ambiente in nome degli interessi economici. Ancora una volta la logica del guadagno ha prevalso sulla salvaguardia ambientale.
Lo smog non diminuisce. Il Comune si difende
L’Area C a Milano ormai è in vigore da un po’ di giorni e forse si possono trarre le prime conclusioni. In questi primi 20 giorni dell’anno il livello di smog è sempre piuttosto alto, le polveri sottili sono al di sopra della soglia consentita, come ogni anno d’altronde. In sostanza, nonostante il provvedimento, il livello di smog non è diminuito e verrebbe da pensare che qualcosa sia andato storto. Forse il comune non ha fatto i conti giusti? E allora a che cosa serve l’Area C? Il Comune si difende a spada tratta.
Secondo ciò che ha dichiarato il Comune di Milano, la zona a circolazione limitata servirebbe soltanto a ridurre il traffico e non le polveri sottili. Un’affermazione che da un certo punto di vista desta stupore e perplessità. D’altronde non sembrano essere queste le dichiarazioni originarie dell’amministrazione comunale. Ridurre il traffico è importante, può essere un obiettivo correlato, ma non è possibile che già dal progetto non ci fosse comunque un interesse nei confronti dell’ambiente.
In fin dei conti che significato avrebbe istituire una zona a circolazione limitata, solo per favorire la mobilità urbana con un traffico ridotto? La difesa del comune regge poco, se non tiene conto delle ragioni della sostenibilità ambientale.
Il pedaggio di cinque euro che bisogna pagare per entrare nella Cerchia dei Bastioni è sicuramente un forte deterrente a limitare la circolazione. Da questo punto di vista i risultati si sono visti, infatti il traffico è fortemente diminuito nel centro di Milano. È stato calcolato che si è avuta una riduzione del traffico del 37%.
La situazione è ben chiara, perché ad essere sottoposto al pedaggio è il 90% dei veicoli, per cui per forza di cose il traffico dovrà subire una riduzione. Ma a questo non si è accompagnata una riduzione dell’inquinamento.
I guadagni per le politiche ambientali
Il Comune, guidato da Pisapia, ha fatto questa dichiarazione, considerando l’Area C: “Il primo fondamentale passo per spostare la mobilità di Milanesi e pendolari verso i mezzi pubblici e costruire politiche ambientali più vaste che comprendono piste ciclabili, aree pedonali, isole ambientali, biciclette in condivisione.”
La tassa sul traffico quindi avrebbe l’obiettivo di arrivare a dei guadagni annuali piuttosto ingenti, che poi saranno investiti in politiche green.
Le intenzioni sul sito del Comune: la riduzione delle emissioni
Ma è giusto dichiarare che l’unico obiettivo è quello della riduzione del traffico? D’altronde, come si può leggere sul sito ufficiale del Comune di Milano, a proposito dei risultati attesi in seguito all’applicazione del provvedimento dell’Area C, è contemplata anche la riduzione delle emissioni.
In sostanza sono due gli obiettivi che si intendono raggiungere. Oltre alla riduzione del traffico nella Cerchia dei Bastioni, ci si aspetterebbe anche una “riduzione delle emissioni di inquinanti da traffico nella Cerchia dei Bastioni rispetto allo stato attuale per Pm10 allo scarico, Pm10 totale, Ammoniaca, Ossido di azoto e Anidride carbonica.”
E non è mica da sottovalutare, se pensiamo ai danni che l’inquinamento ambientale provoca, sia in termini di impatto ambientale che di salute.
La finalità ecologica dell’Area C e le conseguenze per i commercianti
Le finalità ecologica del provvedimento dell’Area C non può essere negata. È vero che forse ci si è resi conto che si può fare ben poco, ma partire da una sconfitta iniziale equivale a rassegnarsi ad una situazione che invece andrebbe cambiata con l’impegno collettivo.
La finalità ecologica servirebbe anche a rendere meno acuta la rabbia dei negozianti, che hanno visto crollare i loro guadagni proprio a causa dell’istituzione dell’Area C. Alcuni stanno protestando, altri hanno deciso di incentivare i loro clienti a tornare, pagando il rimborso del pedaggio, altri ancora hanno annunciato dovranno fare dei tagli e licenziare dei dipendenti.
Non si può dunque affermare, senza fare provocazioni, di voler ridurre soltanto il traffico e non l’inquinamento, perché altrimenti si giungerebbe alla conclusione a cui è arrivato il presidente delle associazioni di via Giorgio Montingelli: “L’Area C non ha ridotto il pm10 nel centro di Milano, ma solo il Pil. Il calo medio degli incassi è stato del 30% nella prima settimana. Speriamo che la Giunta si arrenda all’evidenza dei fatti prima dei sei mesi di sperimentazione.”
Area C: non sarà presto per giudicare?
L’Area C a Milano è partita tra contrari e favorevoli, mille polemiche e qualche perplessità. Soprattutto sulla confusione che può crearsi tra residenti e non. Il provvedimento sull’area C è entrato in vigore il 16 gennaio ed è attivo dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 19:30. La misura ha lo scopo di diminuire l’impatto ambientale degli spostamenti favorendo la mobilità sostenibile, ma anche portare a una diminuzione del traffico dei veicoli inquinanti.
Si è detto e stradetto il fatto che l’Area C a Milano non avrebbe portato ad una riduzione dello smog a causa di un fenomeno di compensazione fra il traffico aumentato prima delle 7:30 e la diminuzione delle auto in circolazione dopo le 7:30. In realtà sorge il dubbio che tutto sia una questione di punti di vista e che i dati riportati spesso non fanno altro che tirare l’acqua al proprio mulino.
In effetti non bisogna dimenticare che le registrazioni delle polveri sottili relative alle centraline Arpa, sulle quali si sono aperte le polemiche, risalgono a martedì, quindi dopo meno di due giorni dell’attivazione dell’Area C. Tra l’altro gli esperti avevano avvertito che in questi giorni ci sarebbero state delle condizioni climatiche che avrebbero favorito l’accumulo delle polveri inquinanti.
Non è forse ancora troppo presto per poter giudicare veramente gli effetti o l’eventuale efficacia del provvedimento?
Tra l’altro i dati sono apparsi piuttosto contrastanti e non solo quelli relativi alla rilevazione delle polveri sottili, ma anche quelli che riguardano l’aumento dei passeggeri dei mezzi pubblici, con uno un aumento variabile tra le 6.000 e le 8.000 persone.
Inoltre, mentre da una parte si afferma che tutto ha funzionato alla perfezione, dall’altra si fa notare come si siano verificati degli inconvenienti per quanto riguarda i servizi informazioni o la reperibilità dei ticket d’ingresso nella zona a circolazione limitata.
È chiaro che da sola l’area C non può risolvere problemi legati all’inquinamento della città, ma forse si dovrebbe attendere ancora un po’ per poter valutare sulla base di dati certi e più obiettivi.
Ecco come procede la situazione per l’Area C
Gli acquisti dei ticket di ingresso all’Area C procedono: fino ad ora si è arrivati a quota 38.000 e le attivazioni corrispondono a 30.000. Sono aumentati anche i cittadini che si sono serviti della metropolitana, tanto che si è dovuto ricorrere a degli addetti per favorire il flusso di persone. Le maggiori affluenze sono state registrate nelle stazioni di Cadorna, San Babila e Moscova.
Sono aumentati anche i passeggeri per i bus e per i tram, specialmente in alcune zone della città, ecco perché è previsto l’inserimento di una quantità maggiore di autobus, soprattutto nella fascia oraria compresa fra le 7 e le 10 del mattino. Incrementi anche per le richieste dei servizi di car sharing e di biciclette fornite da BikeMi.
L’inquinamento non diminuisce
Di contro non sembra che la situazione dell’inquinamento sia migliorata di molto. Già sulla situazione dello smog avevamo espresso i nostri dubbi, perché non è da escludere che non si risolva niente visto che si assiste ad una sorta di “compensazione” delle polveri sottili, le quali sono legate all’andamento del traffico, aumentato prima delle 7:30 e in diminuzione dal momento del pagamento del ticket. Anche altre testate hanno ripreso le nostre osservazioni, segnalando come problema dell’inquinamento a Milano è difficilmente risolvibile con un ticket.
Il risultato è che, come hanno dimostrato le ultime rilevazioni a questo proposito, il livello delle polveri sottili rimane alto, al di sopra della soglia consentita. Ecco che cosa fa notare l’ex vice sindaco Riccardo De Corato: “In poche ore viene dimostrato che la diminuzione del traffico non porta nessun beneficio all’aria di Milano e i dati di Maran vengono ridicolizzati. Le 40.000 auto in meno entrate nella Ztl non sono servite a niente.”
Il ticket è allora solo una tassa fine a se stessa? È lecito pensarlo.
Intanto verranno applicate anche le disposizioni dell’ordinanza 94/2011 del 18 ottobre scorso: stop alla circolazione dei veicoli più inquinanti, che comprendono autoveicoli benzina Euro 0; autoveicoli diesel Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, oltre che ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli a due tempi Euro 1, ciclomotori, motocicli, tricicli e quadricicli Euro 0 ed Euro 1 a gasolio.
Il piano del trasporto pubblico per assorbire i pendolari
Il piano per assorbire i pendolari si basa sull’idea di potenziare i mezzi pubblici e di convincere i cittadini a rinunciare all’auto privata a favore proprio del trasporto pubblico. Per questo è stata avviata anche un’azione dettagliata di informazione: volantini, numeri verdi, siti internet, applicazione per i dispositivi mobili , per saperne di più sulle fermate, soprattutto su quelle comprese nell’Area C.
Inoltre si è deciso di prolungare le fermate di 3 linee di autobus, inserendo il capolinea proprio dentro la Cerchia dei Bastioni. Chi sceglie la metropolitana per spostarsi potrà beneficiare di 24 corse in più ogni giorno, distribuite su tutte le linee a tutte le ore. Potenziata soprattutto la linea Rossa della metro, ma si sta monitorando la situazione, per apportare eventualmente altre modifiche necessarie. Più corse anche per i mezzi che viaggiano in superficie.
Area C a Milano: al via il primo giorno
Dopo la prima giornata dall’attivazione dell’area C a Milano è possibile già raccogliere qualche dato: se nella fascia tra le 7:30 e le 8:00 il movimento dei veicoli a motori è stato dimezzato -da 6.000 automobili si è passati a 3.000-, così non si può dire delle auto che sono entrare nella zona incriminata prima delle 7:30, in vistoso aumento. Non indifferente è stato il numero dei cittadini che hanno preferito optare per moto e motorini, nonostante il freddo, pur di non pagare il ticket. Sono diversi i Milanesi che hanno scelto di avvalersi dei mezzi pubblici, anche se non è prevedibile quanto il trasporto pubblico potrà reggere alla nuova situazione. E’ questo infatti uno dei dubbi principali dei milanesi e non solo: l’ATM sarà davvero in grado di far fronte ad un forte incremento del numero di pendolari? E ancora, un maggiore traffico nel centro urbano prima delle 7:30 non rischia di inficiare l’intero progetto? Il dibattito è aperto, apertissimo.
Per tentare di dissolvere i dubbi al primo quesito, il Comune di Milano ha reso noto che si è provveduto ad un potenziamento del trasporto pubblico a favore di una mobilità sostenibile, che prevede la rinuncia alle auto private. Ci sarebbero 65.000 posti in più sui mezzi su strada e metropolitana. Nel periodo che seguirà verranno aumentati ancora i posti sulla tre linee della metropolitana.
Diminuisce davvero l’inquinamento?
L’assessore Pierfrancesco Maran ha fatto presente: “L’impressione è che ci sia stato, almeno al momento, una drastica riduzione degli ingressi al centro, senza che si siano registrate criticità rilevanti all’esterno.”
Ma il secondo dubbio resta ancora forte: se il aumenta prima delle 7:30 e diminuisce dopo quell’ora, quali benefici ambientali si ottengono in termini di riduzione dell’inquinamento? Non si corre il rischio che non si ottengano risultati positivi, visto che è solo una questione di orari e non di senso di ecoresponsabilità? In questo modo l’inquinamento dell’aria e le correlate polveri sottili non si riducono: si cambia orario e non stile di vita.
Guida all’uso dell’Area C
Le polemiche e le proteste dei residenti nell’Area C
Molte polemiche si sono fatte avanti per quanto riguarda i residenti nell’area C a Milano. In molti lamentano soprattutto il trattamento piuttosto duro riservato ai cittadini che risiedono nella Cerchia dei Bastioni, i quali sono costretti a pagare un prezzo piuttosto notevole per l’accesso all’area chiusa al traffico automobilistico. Qualcuno prospetta l’ipotesi di un abbonamento fisso di 125 euro, per risolvere la situazione. Il dialogo fra l’amministrazione comunale e la città fa fatica ad essere portato avanti e si aspettano molti ricorsi al Tar. In primo luogo si dovrebbe cercare di eliminare quegli inconvenienti giuridici che rischiano di portare ad una sospensione del provvedimento.
Intanto è stato avviato un confronto anche con i cittadini in viale Tibaldi. In questa occasione l’assessore Franco D’Alfonso ha fatto presente:
“I cambiamenti fanno paura e lo capiamo, ma ci sono comunque situazioni sulle quali cercheremo di intervenire con buon senso. Le proposte saranno esaminate, discusse e se utili tradotte in modifiche dell’impianto attuale.”
I mezzi alternativi
Ci sono anche dei mezzi alternativi che si possono utilizzare per non incidere a livello di impatto ambientale sul problema dell’inquinamento a Milano. Una di queste soluzioni alternative è rappresentata dal car sharing. Questo servizio è stato messo a punto a Milano nel 2001 per iniziativa di Legambiente. A poco poco il servizio ha avuto modo di ingrandirsi ed è stato chiamato GuidaMi, con l’approvazione anche del comune. Oggi il tutto è diventato un efficace sistema di noleggio auto. Per noleggiare l’auto che c’interessa, bisogna iscriversi, si prenota l’automobile, la si utilizza e poi la si riporta nei parcheggi autorizzati. Si paga in base ai chilometri percorsi e alle ore trascorse. I vantaggi sono molti: si è esenti dal pagamento del ticket previsto per l’Area C, si può parcheggiare sulle strisce blu e su quelle gialle.
GuidaMi non è l’unico servizio di car sharing presente in città. Basti pensare al fatto che anche la Regione si è attivata in questo senso con la realizzazione di un piano che comprende tutta la Lombardia.
Da non dimenticare anche il servizio di bike sharing, che si chiama BikeMi. Si pone come un’alternativa al trasporto pubblico nei casi in cui si debbano percorrere brevi distanze. Anche questo servizio è cresciuto nel tempo. Per servirsene si deve fare un abbonamento, che può essere annuale (36 euro), settimanale (6 euro) o giornaliero (2,50 euro). Dopo l’iscrizione si riceve una tessera e un kit informativo. I primi 30 minuti di pedalata sono gratis, per le due ore successive si paga 0,50 euro ogni mezz’ora e poi due euro all’ora. Dopo che è stato effettuato il pagamento l’utente riceva un’e-mail o un sms con un codice e una password che vanno digitati sulla tastiera di una colonna di servizio.
Utilizzando internet per darsi appuntamento si può anche usufruire dei viaggi in condivisione. In pratica si viaggia insieme con una sola automobile, risparmiando e contribuendo a ridurre l’inquinamento dell’aria.
Il piano alternativo del comune per l’Area C
Il comune sa che ci sono molte polemiche intorno alla questione del provvedimento riguardante l’Area Ce per questo ha elaborato anche un piano alternativo, che potrebbe ben presto portare a delle modifiche nelle misure adottate. Innanzitutto potrebbe essere introdotta una finestra oraria ridotta per i residenti, in modo che essi possano entrare liberamente a partire dalle 16:30 o dalle 17. Inoltre è stato previsto un tetto di spesa annuale pari a circa 220 – 250 euro. In questo modo si spera di placare le polemiche in corso, senza rinunciare ad una misura che l’amministrazione ritiene fondamentale in termini di politica ambientale.
La delibera sull’Area C a Milano
L’amministrazione comunale ha emanato una specifica delibera che intende, attraverso l’istituzione dell’Area C, mettere in atto una mobilità sostenibile per la lotta all’inquinamento.
La mappa dell’Area C
Il confine dell’area C resta lo stesso di quello dell’Ecopass. L’area C a Milano infatti coincide con la Cerchia dei Bastioni, con accesso tramite i 43 varchi, i quali sono sottoposti ad un monitoraggio attento tramite delle telecamere. È da tenere presente anche che tutta l’area è segnalata da appositi cartelli informativi.
I residenti
I residenti hanno la possibilità di effettuare una specifica registrazione, in modo da ricevere un codice elettronico che permette di pagare solo 2 euro, oltre all’opportunità di usufruire di 40 ingressi in omaggio. Il codice è legato alla targa del veicolo posseduto e permette di avere uno sconto della tariffa prevista, la quale ha un prezzo pari a 5 euro.
Per accedere alle agevolazioni, si deve ottenere il Pin tramite il sito web Areac.it, telefonando al numero verde 800.437.437 o recandosi presso lo specifico ufficio comunale. In questo modo si procede all’identificazione tramite codice fiscale, al quale sono associate una patente ed una targa. Si ottiene così il Pin.
Chi non può entrare
Nell’Area C non possono entrare le automobili a diesel Euro 0, 1, 2, 3, i mezzi a benzina Euro 0 e veicoli che abbiano una lunghezza superiore ai 7 metri.
Chi è esente dal pagamento
Non devono pagare i veicoli elettrici, quelli ibridi, le automobili che sono utilizzate per servizi di pubblica utilità o per casi di emergenza, le autoambulanze, le auto dei corpi di polizia e delle forze armate, i mezzi usati per il trasporto dei disabili, i ciclomotori, i motocicli, i veicoli che appartengono ad Enti pubblici, i veicoli usati come servizi pubblici di trasporto, che non superino i 9 posti.
Le moto nell’Area C
Moto e motorini non devono pagare per entrare nell’Area C. l’unica eccezione è rappresentata per gli Euro 0, ai quali è vietato l’ingresso. Si calcola che le moto che accedono alla zona quotidianamente sono circa 25.000, anche se i numeri cambiano in base all’alternarsi delle stagioni, con una variazione da 15.000 a 40.000.
Si deve sottolineare che sono ancora molti gli scooter e i motorini che rispondono a quanto stabilito dalle direttive sugli Euro 0. Basti pensare ad esempio ai mezzi storici. A questo proposito sul sito della Regione Lombardia è specificato che la circolazione è ammessa, purché abbiano un attestato di storicità o il certificato di identità/omologazione, che viene rilasciato in seguito all’iscrizione negli specifici registri storici.
L’Area C sostituisce l’Ecopass
L’Area C intende sostituire l’Ecopass e, anche se per certi versi tra i due provvedimenti ci sono delle corrispondenze (basti pensare in questo senso alla zona interessata), tuttavia ci sono differenze sostanziali, soprattutto per ciò che riguarda i divieti.
Le polemiche sull’Area C a Milano e che cosa dice il sindaco Pisapia
Molte sono state le polemiche sul provvedimento e diverse le proteste da parte dei residenti del centro di Milano nell’ambito di un confronto fra l’amministrazione comunale e i cittadini. Il sindaco Pisapia a questo proposito è passato al contrattacco, affermando:
“Quello di ieri sera purtroppo non è stato un confronto perché c’erano molte persone venute solo per disturbare e boicottare e credo che questo non sia degno, anche da parte dell’opposizione. E’ giusto fare critiche, ma non impedire il dibattito.”
A proposito del ticket invece Pisapia ha dichiarato:
“Là dove potremo fare modifiche intelligenti, frutto di proposte intelligenti, le faremo purché vadano verso l’obiettivo di rendere più facile vivere e lavorare in centro.”
Fra le polemiche sull’Area C notevole è stato anche l’intervento del Ministro Clini che non si ritiene molto d’accordo sul provvedimento
I punti in sospeso sull’Area C: si risolve il problema dell’inquinamento?
Includendo anche questi veicoli inquinanti, sarà il 5,4% degli automezzi a non avere più l’accesso all’area C. E non si tratta affatto di una cifra indifferente, soprattutto se consideriamo la questione in termini di inquinamento e di sostenibilità ambientale.
L’amministrazione comunale a questo proposito fa notare:
“Un dato significativo, soprattutto se associato alla percentuale di inquinamento di cui queste classi di veicoli fermate dal provvedimento sono responsabili: il 38% delle emissioni complessive di Pm10 allo scarico.”
L’alternativa potrebbe essere rappresentata dai veicoli ecologici, ma non è raro imbattersi in delle disavventure a causa delle colonnine per le auto elettriche che in certi casi a Milano non funzionano bene.