Scoperto un collegamento tra le alterazioni del battito cardiaco e l’esposizione all’inquinamento atmosferico: vediamo insieme di cosa si tratta e tutte le implicazioni
Si sa da tempo ormai che l’inquinamento atmosferico nuoce gravemente all‘ambiente e alla salute umana. Nonostante tutte le iniziative e le strategie, derivate dall’applicazione della transizione energetica e dalla nuova consapevolezza sulla necessità di ridurre le emissioni di CO2, le concentrazioni di inquinanti nell’aria sono ancora troppo elevate. I problemi collegati alla presenza consistente di smog persistono, specie nelle zone a più elevata densità di emissioni.
Il problema dell’inquinamento atmosferico riguarda tutto l’emisfero poiché le sostanze nocive emesse possono essere trasportate e causare i noti effetti deleteri anche in quelle zone potenzialmente più salubri del Pianeta. In particolare si considerano inquinanti molto aggressivi il particolato, il biossido di azoto e l’ozono troposferico. Se si pensa che gli abitanti delle grandi metropoli sono cronicamente esposti ad alte concentrazioni di smog, la preoccupazione rispetto alla loro salute è continua e non si può abbassare la guardia.
L’ultima scoperta, relativa agli effetti nocivi dello smog sulla salute umana, arriva dalla Cina dove un team di ricercatori ha affermato che esiste un collegamento diretto tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e le alterazioni del ritmo cardiaco. Nello specifico si parla di un’alta possibilità di sviluppare, a seguito dell’esposizione a sostanze nocive presenti nell’aria, aritmie sintomatiche come la fibrillazione atriale e la tachicardia sopraventricolare.
L’aspetto inquietante della scoperta è che il collegamento non riguarda un’esposizione prolungata e cronica, come sarebbe immediato pensare, ma l’esatto opposto. Vale a dire il passaggio tra aria sana e aria inquinata scatenerebbe nel giro di 24 ore alterazioni cardiache. Gli scienziati della Università di Fudan, in collaborazione con quelli dell’Università di Harvard, non hanno dubbi. Infatti, rispetto a quanto emerso dai dati in loro possesso, sulle concentrazioni orarie di smog in ben 300 città cinesi confrontati con quelli di circa 2mila ospedali, i risultati sono allarmanti.
Dalla ricerca appare evidente la correlazione tra l’esposizione agli agenti inquinanti e il manifestarsi nelle prime ore successive a episodi di aritmie cardiache. Ancora sotto l’esame degli studiosi i meccanismi biologici che comportano tale associazione, ma il collegamento sembra plausibile. Le indicazioni di massima portano a queste conclusioni anche per le evidenze di aumento di stress ossidativo e delle infiammazioni sistemiche.
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