I cambiamenti climatici sono un gigantesco problema che tutti devono affrontare. L’intero Pianeta è costretto ad adattarsi alla nuova realtà, non sempre riuscendo nell’impresa. Per determinati cambiamenti spesso si impiegano anni, se non millenni e ad oggi si pretende che le specie, sia animali che vegetali, debbano farlo in un ristretto spazio temporale. Nulla di più assurdo.
La situazione è sfasata per molti di loro. Cicli naturali che avevano una sincronia perfetta si vedono adesso non più così in armonia e questo comporta diversi danni non solo alla catena alimentare, ma all’intero ecosistema. La natura, piante e animali, si sono sempre mosse insieme per poter sopravvivere, cosa che oggi è difficile poter fare.
Un ordine che prima era perfetto adesso, a causa dei cambiamenti climatici, si ritrova nel caos. Un esempio di cosa si sta modificando in natura sono le cinciallegre. Alla nascita dei loro pulli, nei 18 giorni che servono loro a far si che siano indipendenti, il genitore porta un’elevata quantità di bruchi. Questo per essere certi che abbiano il cibo a sufficienza del quale necessitano.
In concomitanza, nello stesso periodo, ovvero quando le foglie sono verdi e morbide sugli alberi i bruchi fanno la loro “entrata in scena”. Ma la crisi climatica ha fatto si che quest’ordine si sia spezzato. Le alte temperature hanno provocato una rottura nel ciclo naturale, anticipando i tempi e portando questi animali ad essere disorientati, rincorrendo le tempistiche che non sono più le stesse di sempre.
L’UNEP, ovvero il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ha inserito quest’alterazione tra le prime tre più gravi crisi ambientali degli ultimi tempi. Insieme a l’inquinamento acustico e gli incendi boschivi, quest’alterazione del ciclo preoccupa e non poco.
Gli esseri viventi regolano la propria vita in base a fattori esterni, come quelli ambientali, le piogge, le temperature e la luce solare. Sono caratteristiche che indicano ad esempio all’animale come e quando compiere determinate azioni. Se questi fattori variano e troppo in fretta, loro si sentiranno spaesati improvvisando su quanto da fare. Non riescono quindi ad adattarsi a questa nuova realtà.
Le conseguenze non saranno solo per gli animali o la vegetazione, con perdita di biodiversità ma anche per l’alimentazione umana. L’eccessivo e sempre più in aumento caldo, comporterà siccità, raccolti vulnerabili, nascita e prolificazione di parassiti ed anche gelate.
La vegetazione artica fa la sua comparsa due settimane prima della suo solito arrivo, le piante sbocciano in anticipo, le cicogne migrano prima rischiando la vita e per gli animali diventa troppo presto per il loro normale ciclo. Tanti di loro hanno anche tentato l’adattamento, deponendo prima le uova, ma i continui cambiamenti e le sempre più elevate temperature, fanno si che anche questa loro prova risulti vana, non riuscendo comunque a stare dietro alla crisi climatica e a ciò che comporta.
Una difficile realtà che causata dall’essere umano sta a lui porre rimedio. Non c’è più tempo per rimandare. E’ necessario agire subito e con concrete soluzioni che potranno permettere al Pianeta di “respirare” di nuovo.
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