Le accuse rivolte nei confronti degli ecologisti dall’equipaggio della Varadero consistono nel fatto che Sea Shepherd avrebbero messo in pericolo la loro vita. La ricostruzione dei fatti secondo l’accusa è andata in questo modo: dopo che Paul Watson intimò alla barca di tornare sui propri passi, giunse una cannoniera guatemalteca per intercettare gli attivisti di Sea Shepherd.
Tuttavia gli ambientalisti hanno fatto presente di essere in possesso di un video che smentirebbe il tutto. Paul Watson rischia comunque dal punto di vista giuridico. E tutto per battersi a favore della tutela degli animali.
Il gruppo di Sea Shepherd è diventato famoso per essersi scagliato contro la caccia alle balene portata avanti dal Giappone. Ma anche la lotta per difendere gli squali ha acquistato importanza nel corso del tempo.
Sea Shepherd ritiene che sia stato sterminato il 90% degli squali in tutto il mondo. Il tutto avviene perché si vuole entrare in possesso delle pinne da utilizzare soprattutto per preparare le zuppe. Essere privati delle pinne per gli squali significa andare incontro ad una morte certa, per impossibilità di nuotare o per dissanguamento.
È sostanzialmente assurdo essere arrestati per aver lottato così strenuamente contro questa strage. I dati dimostrano che, ad esempio, nel caso delle balene, il massacro è stato ridotto di un terzo, proprio grazie all’intervento di Sea Shepherd.
Quello di cui Paul Watson è stato accusato tra l’altro può essere considerato solo un presunto reato. Il reato di cui sono colpevoli i cacciatori di squali è estremamente evidente e nessuno si preoccupa di fare nulla contro di essi? Nessuno si occupa di arrestarli e di sottoporli ad un processo per un crimine contro l’ecosistema?
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