Dal 2018 sono state installate cinque opere d’arte, aderenti al progetto “Arteparco”. Il parco nazionale d’Abruzzo si fa museo a cielo aperto
Le opere di arte contemporanea sono sempre più spinte al dialogo con il contesto. Molte di esse infatti, non avrebbero senso se sradicate dal luogo in cui sono installate. E non solo i musei. Anche parchi, montagne e facciate di edifici si prestano a diventare sede artistica. E non fa eccezione il Parco Nazionale d’Abruzzo. Nella zona di Pescasseroli, paese di poco più di duemila abitanti in provincia de l’Aquila, dal 2018 sono state installate cinque opere d’arte nell’ambito del progetto Arteparco.
La quinta edizione di Arteparco cade nell’anno del centenario della nascita del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che condivide il primato con il Parco nazionale Gran Paradiso, situato in Val d’Aosta. E non è un modo per antropizzare ulteriormente la natura incontaminata, ma per creare un dialogo tra due delle risorse più preziose che l’uomo possiede. Che siano create o sfruttate, la natura e l’arte ricordano entrambe all’essere umano quali sono davvero le sue condizioni esistenziali essenziali, e lottano entrambe contro le sovrastrutture imposte.
Arteparco, le opere esposte
Se si passeggia nella riserva nazionale d’Abruzzo, vicino a Pescasseroli, durante l’immersione nella natura si possono scorgere improvvisamente delle opere d’arte che si confondono tra gli alberi. I passeggiatori impreparati possono stupirsi come gli archeologi che hanno ritrovato opere architettoniche in mezzo alla giungla. L’ultima opera installata, nel 2022, è di Valerio Berruti. L’artista era partito con un’idea precisa, che poi si è modificata in corso d’opera, come spesso accade. Inizialmente lo scultore originario delle Langhe voleva creare delle opere che simulavano un girotondo in mezzo ai faggi.
Invece, scorgendo una grande pietra nel parco, l’ha scelta come elemento naturale da cui generare quello artistico. E da lì è nata “Libera tutti”, l’opera che emula il gioco del nascondino, che continua ad essere tramandato tra generazioni di bambini. E proprio a loro è dedicata l’opera, una sagoma di metallo che emerge dalla roccia.
Questa sagoma può diventare famosa e ricercata quanto le altre presenti, come l’Animale-Vegetale (Il Cuore), di Marcantonio, gli “Specchi angelici” di Matteo Fato, “Un tempo è stato”, di Alessandro Pavone ed il “Radicorno” di Sissi. I fruitori del Parco Nazionale d’Abruzzo potrebbero cercare queste opere con la stessa perseveranza con cui cercano l’animale simbolo del parco, l’orso marsicano. E con la stessa sorpresa di quando a nascondino esce un bambino che fa tana e libera tutti, i passeggianti del parco trovano l’opera scovandola tra pietre ed alberi.