L’Artico è da tutelare e a questo scopo sono state individuate le regioni più esposte al rischio ambientale. Si tratta di una grande opera di monitoraggio ambientale, che è stata portata avanti con l’obiettivo di riuscire a comprendere in maniera precisa quali sono gli ecosistemi che hanno maggiormente bisogno di una tutela ambientale particolare. Il tutto con l’intenzione di fare in modo che l’ambiente incontaminato dell’Artico possa beneficiare di una sostanziale opera di salvaguardia ambientale. Si tratta di una questione che non può essere trascurata in nome degli equilibri naturali.
A mettere a punto una vera e propria lista delle regioni artiche da sottoporre a protezione è stato il recente rapporto dell’Unione mondiale per la conservazione della natura. In particolare le aree naturali individuate devono essere protette dagli effetti del riscaldamento globale determinato dai cambiamenti climatici. Sappiamo che i mutamenti climatici mettono a rischio il ciclo delle piante. Ma ingenti sono anche le conseguenze che si fanno sentire sull’ecosistema marino del Polo Nord. Nello specifico sono a rischio i ghiacciai marini e si corre il pericolo di arrivare ad un processo di acidificazione degli oceani.
La situazione è aggravata dal fatto che si riscontrano conseguenze ambientali determinate anche dall’esplorazione alla ricerca di gas e di petrolio e dai trasporti della pesca. Il tutto incide fortemente anche sulla biodiversità animale. Le balene, le foche, i trichechi, gli uccelli, gli orsi polari sono animali a rischio.
Di recente Greenpeace si è mobilitata contro ricerca del petrolio a favore dell’Artico incontaminato. E non si può non tenere conto del fatto che nell’Artico esiste una situazione preoccupante a causa dello scioglimento dei ghiacciai. In tutto le zone da proteggere sono 13. Tra questi figurano anche lo Stretto di Bering e la costa del Mare di Barents. Conoscere queste regioni da tutelare potrà portare sicuramente alla messa in atto di strategie più adeguate.
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