Gira in rete la storia di un uomo che sarebbe morto asfissiato dalle proprie flatulenze. È effettivamente possibile? E, più in generale, qual è il grado di inquinamento dell’aria che emettiamo ogni giorno?
Si tratta di una storia che risale agli albori di internet. Intorno agli Anni ’90, nei Darwin Awards qualcuno inserì la sfortunata dipartita di un uomo che sarebbe entrato di diritto nella lista delle persone che sono morte per le situazioni più assurde. E, la prima apparizione della notizia su internet risale al 1996, da quel momento è sempre rimasta nell’aria, è veramente il caso di dirlo, questa storia con al centro una dieta composta principalmente da fagioli e broccoli che avrebbe provocato una produzione di flatulenze tali da asfissiare nel sonno un uomo che dormiva beatamente in una stanza con le finestre chiuse.
Quando si parla di cambiamento climatico ogni tanto si nominano anche le flatulenze e la produzione di gas metano delle mucche come una delle cause del riscaldamento globale. Ma ti sei mai chiesto se anche le tue puzzette potrebbero in qualche modo contribuire alla crisi climatica? Di che cosa sono fatte le flatulenze? E, soprattutto, si può davvero morire asfissiati dai propri gas di scarico?
Immagina di trovarti in un ascensore con altre persone e qualcuno improvvisamente ne sgancia una. L’ascensore si trasforma per qualche minuto nell’equivalente di un girone infernale che odora di metano e di qualche altro gas. Ma dato che l’ascensore, per quanto voglia essere un luogo chiuso, non è una camera a tenuta stagna e il gas lentamente se ne va e tutti tornano a respirare.
Da questo esempio, prendendo un luogo che può effettivamente sembrare a tenuta stagna, risulta chiaro come la storia dell’uomo morto asfissiato dalle proprie flatulenze sia una delle bufale che più circolano in rete. Non è il pericolo dell’asfissia quello di cui occorre preoccuparsi. Ci sono infatti moltissimi studi che dimostrano come la popolazione globale di ruminanti presenti sul pianeta produca cerca un terzo del metano che sta distruggendo l’atmosfera. Anche gli esseri umani contribuiscono con le proprie flatulenze alla produzione di metano ma, con il nostro litro circa al giorno, il nostro impatto in termini di puzzette non è assolutamente paragonabile a quello dell’industria della carne.
Una nuova categoria di obiezioni che vengono mosse a chi decide di abbandonare uno stile di vita che comprende la carne non solo per fini etici ma anche per il benessere dell’ambiente viene proprio dal gas. Nutrirsi di piante, frutta, semi cereali e legumi (perché chi è vegano non bruca semplicemente l’erba come qualcuno pensa) può portare in effetti ad un aumento nella produzione di gas intestinali che da qualche parte devono uscire. Ma per quanto una dieta vegana possa portare anche a produrre flatulenze sette volte maggiori rispetto a una dieta tradizionale, il problema risulta ancora minimo rispetto al gas che le mucche, non solo con le flatulenze ma anche con le emissioni di gas dalla bocca nel momento in cui il rigurgitano il cibo per passarlo al secondo stomaco, producono ogni giorno.
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