Un asteroide, in orbita attorno alla Terra, mostra alcune caratteristiche che potrebbero ricondurre ad un’origine lunare: vediamo insieme di cosa si tratta
L’osservazione astronomica dei corpi celesti comprende il monitoraggio anche dei cosiddetti asteroidi. Oggi ne contiamo circa 27.700 di quelli catalogati near-Earth, vale a dire che orbitano attorno alla Terra. Fra questi si distinguono quelli che appaiono molto prossimi ad essere considerati quasi-satelliti del nostro Pianeta. Tale considerazione nasce dal fatto che questi frammenti presentano lo stesso periodo orbitale della Terra, rimanendo però con una certa imprevedibilità cosmica e comunque fuori da quella che si definisce sfera di Hill.
All’interno di questa regione vi è una netta prevalenza della gravità terrestre rispetto a quella solare coprendo una estensione di 1,5 milioni di chilometri. Una sfera ad influenza terrestre entro la quale si trova appunto il nostro satellite Luna a circa 400 mila chilometri dalla Terra. Il gruppetto di quasi-satelliti si compone di 7 asteroidi che rimangono difficili da studiare a causa delle loro dimensioni minime e della consistente distanza dal nostro Pianeta.
Il gruppo di questi oggetti celesti è stato denominato “Apollo” e fra loro è stato individuato, e studiato più approfonditamente, un asteroide che presenta un diametro che si aggira fra i 30 e i 70 metri. La scoperta di questo corpo è stato effettuata nel 2016 dal telescopio PanStarrs, situato nelle isole Hawaii: il nome scelto è stato Kamo’oalewa, e cioè oggetto celeste oscillante. Nell’ultimo periodo un team di astronomi dell’Università dell’Arizona si è concentrato sull’osservazione e sullo studio del quasi-satellite, avvalendosi del Large Binocular Telescope.
I risultati di alcuni dati fanno ritenere che il frammento possa avere origini lunari. Gli indizi a suffragio di questa tesi sono dovuti allo spettro di riflettanza emerso, compatibile con una composizione riconducibile ai silicati di cui è fatta anche la nostra Luna. Tra le ipotesi analizzate c’è quella che l’asteroide possa essere stato espulso direttamente dalla superficie lunare, a seguito di collisioni con meteoriti. In pratica un pezzo di roccia lunare scagliato nello spazio dopo un impatto avvenuto in tempi remoti.
Saranno necessarie altre osservazioni e altre analisi per approfondire lo studio di Kamo’oalewa e verificare le ipotesi avanzate rispetto alla sua origine. Inoltre non è da escludere una vera e propria missione spaziale, allo scopo di repertare campioni ed avere più certezze rispetto alla composizione reale del frammento. L’importanza di identificare correttamente la composizione degli asteroidi è amplificata dalla possibilità di sfruttamento minerario di queste piccole ma interessanti rocce spaziali.
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