Come si possono individuare le differenze tra astice e aragosta? Nonostante siano facilmente confusi, questi crostacei sono molto diversi
Astice e aragosta sono crostacei che solo in apparenza si somigliano. Ad un occhio profano in effetti appaiono molto simili, ma è sufficiente prestare qualche attenzione anche all’aspetto esterno per cogliere qualche differenza. Le differenze non sono esclusivamente morfologiche, ma riguardano anche altri fattori non meno importanti. Eppure una differenza evidente esiste.
Ambedue i crostacei sono decapodi. Vivono in acque mediamente profonde tra i 15 e i 200 metri, in prossimità dei fondali rocciosi e sotto le pietre dove cacciano le loro prede, essenzialmente spugne, vermi marini e altri piccoli crostacei. Tutte e due possono raggiungere dimensioni notevoli dai 20 ai 60 centimetri e pesare fino a 8 chili (in particolare le cosiddette aragoste giganti).
Il loro habitat di vita e riproduzione è soprattutto nel Mare del Nord e in Atlantico, raramente nel mar Mediterraneo. Qui terminano le somiglianze. L’astice infatti appartiene alla famiglia degli astacidei, mentre l’aragosta fa parte dell’ordine dei palinuri. Il primo è solitamente di colorazione marrone scuro con macchie gialle sul ventre; in alcuni esemplari sono possibili anche chiazze blu sul dorso. Sono però ormai davvero pochi gli astici del tutto bluastri, a causa della caccia spietata a cui sono sottoposti.
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La seconda è invece di colore bruno-rossiccio, con grandi occhi sporgenti neri. Ma la differenza che più di altre può renderli riconoscibili anche a un non esperto è un’altra. Basta osservare con attenzione. L’astice ha un carapace liscio ed è dotato di lunghe e forti chele, utilizzate per la cattura delle sue prede. L’aragosta, al contario non possiede chele, ma due lunghe antenne per esplorare l’ambiente e percepire cibo e pericoli. Inoltre il suo guscio è fornito di spine necessarie per la sua difesa.
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Quindi la differenza oltre che di tassonomia, riguarda la presenza delle chele che mancano alle aragoste ed è semplicemente individuabile. Purtroppo un’ultima caratteristica rende simili questi due animali. La pesca eccessiva alla quale sono sottoposti per le loro carni e i metodi crudeli di cottura ai quali sono sottoposti. Al punto che una proposta di legge nel Parlamento inglese li riconosce come animali senzienti e quindi ne vieta la bollitura da vivi (pratica già vietata in Nuova Zelanda e Svizzera).
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