La Specola Vaticana sta facendo studi approfonditi nello spazio, passando in rassegna oltre mille stelle, alla ricerca di nuove scoperte
Una collaborazione con l’Istituto Leibniz per l’Astrofisica di Potsdam (Aip). La Specola Vaticana sta passando in rassegna oltre mille stelle. Nonostante sia gestita dallo Stato del Vaticano, la Specola ha contribuito allo studio grazie al Vatican Advanced Technology Telescope in Arizona e allo Stellar Activity Observatory alle Canarie, utilizzati come strumenti principali della ricerca. Il pezzo di cielo che è stato focalizzato è grande circa 4mila volte la grandezza della Luna. Le osservazioni sono durate cinque anni, e pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.
L’osservazione delle stelle ha portato a risultati sorprendenti: un numero elevato, senza precedenti, di parametri elettroscopici di luce per ogni stella. Questo potrebbe portare ad informazioni utili sulla presenza di eventuali Pianeti intorno a queste stelle. Presenti o inglobati dalle stelle stesse. I risultati richiedono altre osservazioni, ma quello che è stato trovato finora è promettente.
Fondata tra il 1578 ed il 1580 sulla costruzione della Torre Gregoriana, sin dall’inizio la Specola Vaticana ha avuto lo scopo delle osservazioni atronomiche, che continuano ancora fino ad oggi. Grazie ad essa sono stati possibili gli studi che hanno portato alla rivoluzione del calendario gregoriano, attualmente il riferimento del modo di calcolare l’anno e le stagioni. Le sedi attuali sono al Vaticano, a Castel Gandolfo e presso Palazzo Barberini. Ovviamente con l’evoluzione tecnica e tecnologica, per rimanere al passo con i tempi, la Specola ha dovuto creare nuovi siti, ed implementare tecnologie all’avanguardia, come quelle presenti in Arizona ed alle Canarie. Oltre all’astronomia stellare, la Specola si occupa anche dello studio del multiverso ed in generale della cosmologia.
Ciò che rende interessante lo studio che la Specola Vaticana ha condotto in collaborazione con l’Istituto Leibniz, è che i parametri elettroscopici della luce trovati nelle stelle fanno suggerire la presenza di pianeti simili alla Terra ed a Marte, con eventuali forme di vita. I risultati della ricerca riportano: “Poiché le stelle e i loro pianeti si formano insieme, ci si è chiesti se l’esistenza di determinati elementi chimici in un’atmosfera stellare, o i loro rapporti isotopici o di abbondanza, siano indicativi di un sistema planetario”.
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