E’ stato attaccato da uno squalo perdendo parte di un braccio e una gamba. A seguito dell’incidente li ha studiati ed oggi li protegge
Una storia da raccontare e che stupisce in molti non appena ne vengono a conoscenza. A seguito di un evento traumatico ogni persona reagisce a proprio modo, e se per tanti salvare chi ti ha fatto del male potrebbe essere assurdo, per altri è solo prova di intelligenza e coraggio. Difendere chi gli ha per sempre cambiato la vita è proprio quello che fa Paul de Gelder, ex sub della Marina australiana.
Dopo essere stato attaccato da uno squalo nel 2009 nel pieno di una esercitazione militare e perso parte di un braccio e una gamba, non ha odiato l’animale che aveva stravolto la sua vita ma ha iniziato a studiarl per poi schierarsi dalla sua parte e tentare di salvare la specie che è in forte pericolo. Importanti all’interno della catena alimentare e mantenendo in equilibrio l’ambiente marino, gli squali vengono uccisi in gran numero ogni anno.
“La sezione di ricerca e sviluppo della Marina aveva costruito questo nuovo dispositivo automatizzato che potevano mettere sulle navi […]” racconta Paul a Mens’sHealth “il dipartimento di ricerca e sviluppo stava provando a testare questa nuova attrezzatura. Sono saltato in acqua solo per circa quattro o cinque minuti. Prima ancora che me ne rendessi conto, ho ricevuto questo enorme colpo alla gamba e non sapevo davvero cosa fosse, perché non faceva male“, prosegue “mi sono girato per vedere cosa stava succedendo, ed è allora che mi sono ritrovato faccia a faccia con un’enorme testa di squalo grigio. Non avevo mai visto niente del genere prima“.
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Racconta di come il suo spirito di sopravvivenza abbia preso il sopravvento. Ha cercato di difendersi mentre lo squalo lo scuoteva. “Puoi immaginare come ci si sente ad avere due file di circa 36 lame di rasoio su entrambi i lati della gamba e del polso, che si fanno strada attraverso la carne. Non riesco nemmeno a descriverlo“. Nel frattempo che tentava di liberarsi, l’animale lo portava sempre più affondo ed è subentrato anche l’annegamento. Paul ha spiegato come per un momento abbia perso le speranze, era certo non potesse nulla contro lo squalo, poi l’animale lo ha liberato e la sua muta rendendolo galleggiate lo ha riportato in superficie.
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In ospedale non è stato facile, ma alla fine ce l’ha fatta e piano piano la sua vita è completamente cambiata.
“Più ho imparato su di loro, più ho capito quanto siano minacciate le loro popolazioni, le sfide che stanno affrontando e anche i ruoli che svolgono nel nostro oceano” continua con il suo racconto “siamo assolutamente terrorizzati dagli squali, eppure, gli squali uccidono pochissime persone in tutto il mondo. Uccidiamo oltre cento milioni di squali all’anno. […] Quello che stiamo facendo all’oceano è assolutamente irragionevole. Non stiamo nemmeno parlando di inquinamento ora; questa è solo pesca. È un attacco multiforme alla vita del nostro pianeta, ed è per questo che faccio quello che faccio“.
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