Gli ulivi della Puglia sono sotto attacco: una serie di atti vandalici ha distrutto alberi secolari a Terlizzi, in provincia di Bari. Perché?
Gli atti di vandalismo colpiscono solitamente luoghi o oggetti, ma chi avrebbe mai pensato che anche gli ulivi della Puglia potessero finire vittime di tali forme di violenza? E invece questo è proprio ciò che sta accadendo a Terlizzi, in provincia di Bari, dove decine di alberi di ulivo, tra esemplari secolari ed esemplari più giovani, sono stati tagliati, sfregiati o danneggiati.
A riferirlo ci ha pensato la Coldiretti Puglia, assieme ad alcune ipotesi sul perché possa essere avvenuto un tale atto criminale nei confronti di uno dei simboli patrimonio della regione meridionale: gli ulivi. Non è infatti la prima volta che si verificano atti del genere, già in precedenza a Terlizzi era accaduta la stessa cosa, eppure le indagini avevano portato a un nulla di fatto.
In seguito a quegli episodi era stato organizzato un presidio territoriale svolto dal consorzio delle guardie campestri, eppure anche in questo caso la sorveglianza non ha evitato che l’atto criminale si ripetesse. Si spera dunque che le telecamere di sorveglianza installate nei punti più a rischio possano finalmente smascherare i colpevoli. Ma chi potrebbero essere questi colpevoli e, soprattutto, perché sta accadendo tutto ciò?
L’ipotesi più verosimile è quella di infiltrazioni criminali che puntano a minare la concorrenza legale nel campo della produzione di olio. I tentativi di infiltrazione non riguardano solo il danneggiamento degli alberi, ma anche atti quali furti di attrezzature e mezzi agricoli, estorsioni, pizzo sotto forma di manodopera e numerosi altri atti intimidatori.
Allo scopo di mettere in difficoltà i coltivatori, ad esempio, è spesso capitato che i criminali isolassero le aziende tagliando cavi telefonici e dell’elettricità. Nonché danneggiando i sistemi di irrigazione che sono di vitale importanza per le colture soprattutto in periodi di grave siccità come quello che la Puglia sta affrontando già da tempo. Oltre alla piaga della xylella, parassita che ha infettato e ucciso milioni di ulivi, ora i coltivatori devono fare i conti anche con i continui tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nel mondo della produzione d’olio, già provata dal cambiamento climatico.
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