Una ricerca britannica mostra come buona parte della grande distribuzione alimentare abbia fatto extraprofitti sul caro prezzi. I supermercati
Da due anni a questa parte in tutta Europa il potere di acquisto è crollato per buona parte dei cittadini. Chi viveva già nell’agio più intaccabile non ha modificato di molto le proprie abitudini, mentre la popolazione con uno stipendio medio ha assistito ad una caduta libera senza poter fare nulla. Il caro prezzi è stato in costante ascesa, con delle fluttuazioni poco sensibili. Ed oltre al settore energia, senza dubbio quello alimentare è stato il più penalizzato. Fare la spesa ai supermercati è diventato più proibitivo che mai.
Certo, i costi dei trasporti per le materie prime sono aumentati a causa del caro energia. Certo, l’importazione di alcuni alimenti, quali la farina e l’olio di girasole, è diminuita, di conseguenza per la legge del mercato se un prodotto è meno reperibile costa di più. Tuttavia non sono gli unici motivi per cui i prezzi sono diventati così alti. Una ricerca britannica che ha analizzato con cura l’attività di supermercati e multinazionali del cibo, ha rilevato degli extraprofitti.
Questa è stata una denuncia a tutti gli effetti. La ricerca ha messo in luce come il vertiginoso aumento dei prezzi dei prodotti alimentari abbia fatto lievitare i guadagni di alcune catene di supermercati e di alcune multinazionali. Ciò significa che il rialzo dei prezzi è finito a carico esclusivamente dei consumatori finali. Questo è un meccanismo di speculazione piuttosto comune nei periodi di crisi. I cui danni generalmente ricadono su chi ha minori possibilità. Ed essenzialmente la disuguaglianza sociale ed economica diventa ancora più esasperata. I ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sono sempre più poveri.
A finire nel centro del mirino della ricerca britannica, ci sono catene di supermercati quali Tesco, Sainsbury’s e Asda, che a quanto pare hanno raddoppiato i profitti dal periodo pre pandemia. Stesso discorso per la multinazionale Nestlé. Questo fenomeno viene chiamato greedflaction, la fusione delle parole avidità ed inflazione. In tutta risposta la catena Sainsbury’s ed Asda hanno dichiarato di aver fatto di tutto per salvaguardare i clienti e di aver tenuto i prezzi sotto controllo.
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