L’aumento del prezzo della benzina ha causato parecchi disagi e sulla questione non si sono affatto risparmiate le polemiche. Uno dei motivi che ha spinto alle proteste del Sud Italia consiste proprio in questo aumento dei prezzi relativi ai carburanti. Eppure un’alternativa c’è ed è proprio un’impresa italiana che ha avuto sperimentare questa particolarità, puntando sulla sostenibilità ambientale. Mossi & Ghisolfi ha infatti voluto investire molto nella biomassa non alimentare. Si tratta di un’invenzione italiana, che ha visto la messa in atto di diversi investimenti.
Questi biocarburanti, derivati dall’uso della biomassa non alimentare, sono molto vantaggiosi in termini di impatto ambientale, perché è stato calcolato che possono ridurre di circa 70.000 tonnellate ogni anno le emissioni di anidride carbonica.
Il risparmio è assicurato, visto che tra l’altro si utilizzano proprio quelle parti delle piante che non vengono utilizzate per la produzione di cibo.
Un vero esempio di riciclo a tutti gli effetti. Per esempio la paglia del riso è troppo ruvida e non può essere destinata né alla produzione alimentare né alla zootecnia. Invece di lasciarla nei campi, può essere utilizzata per produrre benzina green. Lo stesso discorso vale per la bagassa, derivata dagli scarti della produzione di canna da zucchero oppure per la canna comune.
Come fa notare Giuseppe Fano, direttore delle relazioni esterne dell’azienda: “Terreni lasciati incolti perché poco redditizi o poco fertili. Rivalorizzandoli, coltivandoci ad esempio la canna comune, si offre un reddito incrementale all’agricoltura e si evitano problemi legati ai processi di erosione e di dissesto idrogeologico, spesso causati proprio dall’abbandono dei terreni.”
Foto di Rui Ornelas