L’Australia ha recentemente affrontato l’inverno più caldo di sempre: il surriscaldamento globale continua a far sentire le sue conseguenze su tutto il Pianeta. Approfondiamo la questione.
I dati relativi all’estate 2023 hanno confermato le previsioni: è stata la più calda mai registrata nella storia a livello globale, con i mesi di giugno, luglio e agosto che hanno segnato una temperatura media di 16,77°: ben 0,66° sopra i valori di riferimento. Lo ha rivelato Copernicus, il programma dell’Unione europea per l’osservazione meteo e della Terra.
Eppure, questa annata particolarmente difficile da affrontare – in termini di calura estiva – è stata preceduta da un inverno altrettanto anomalo, con temperature medie che sono andate ben oltre la media stagionale. In modo particolare, è l’Australia lo Stato che, più di ogni altro, parrebbe aver appena superato il periodo invernale più ostico di tutta la sua storia.
Parliamo, nella fattispecie, dell’inverno più caldo che si sia mai riscontrato a partire dal 1910, primo anno in cui sono iniziate le rilevazioni. Ed è dal 2012, nella fattispecie, che la temperatura media registrata durante i mesi più freddi sta andando incontro ad un trend negativo: di anno in anno, come rilevano i dati, appare in costante aumento.
Approfondiamo con maggiori particolari quelli che sono i dettagli relativi all’inverno vissuto dai cittadini australiani, nonché le cause che stanno portando ad un graduale – ma inarrestabile – surriscaldamento del Pianeta.
Australia, è allarme di fronte ai dati: l’inverno 2023 è stato il più freddo di sempre
Mentre il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres parla di “collasso climatico“ con riferimento alle temperature atroci sperimentate durante questa estate 2023, dall’Australia arrivano dati allarmanti in merito all’inverno appena conclusosi. Il più caldo di sempre, perlomeno stando alle rilevazioni che sono iniziate all’incirca un secolo fa (1910).
Parliamo, nella fattispecie, di una temperatura media che ha subito un aumento di 1,53°, superando persino il record del 1996, anno in cui tale dato risultò essere di 1,46° superiore rispetto alla media storica: queste le rilevazioni fornite dal Bureau of Meteorology. In modo particolare, tra i mesi di giugno ed agosto – nell’emisfero australe, è questa la fascia temporale coperta dall’inverno -, l’Australia avrebbe affrontato parecchie giornate soleggiate ed aride.
Pochissime le precipitazioni cadute in questo inverno 2023, con addirittura il giorno più caldo di tutta la stagione che, a livello di temperatura, ha segnato ben 1,85° in più rispetto alla media. Dei valori che, se da un lato hanno contribuito ad allarmare la comunità scientifica tutta, dall’altro non riescono neanche più a stupire. È dal 2012, infatti, che il surriscaldamento globale starebbe comportando un aumento costante ed inarrestabile della temperatura media estiva ed invernale.
Un trend negativo che si riconferma di anno in anno, e per motivazioni più che ovvie. Del resto, contro le cause che hanno determinato e che stanno continuando a determinare fenomeni come il surriscaldamento globale, non si è ancora riusciti ad intervenire in maniera efficace e risolutiva.
“Le condizioni di caldo fuori stagione in Australia sono il risultato dei fattori naturali del nostro clima, ma anche del continuo riscaldamento globale” è quanto riferito da Andrew King, professore dell’Università di Melbourne. E la situazione, come ribadito dallo studioso, è tutt’altro che in via di miglioramento.
Riscaldamento globale: cos’è, e perché rappresenta la minaccia più seria per il Pianeta
Il cambiamento climatico a cui si sta assistendo – con annesso scioglimento dei ghiacciai, perdita di flora e fauna, nonché innalzamento delle medie stagionali – porta con sé una piaga nota come surriscaldamento globale. Tra i due fenomeni, che presentano una sostanziale differenza, vi è dunque una correlazione che gli esperti di tutto il mondo stanno cercando di monitorare ormai da decenni.
Quanto alle cause a monte del surriscaldamento del Pianeta, è innegabile il contributo apportato dalle attività antropiche. La continua immissione di gas serra nell’atmosfera, del resto, ha l’effetto di trattenere il calore solare e di impedirgli di tornare nello spazio, andando quindi ad aumentare vertiginosamente la temperatura terrestre.
Tra l’altro, come recentemente puntualizzato da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PNAS, il rischio a cui staremmo andando incontro è proprio quello che la temperatura media arrivi a superare di 2° il limite preindustriale. Una situazione tutt’altro che sotto controllo, e nell’ambito della quale i dati concernenti l’inverno australiano non appaiono stonare poi così tanto.