All’interno del comparto delle auto ecologiche, un segmento del quale si attende la definitiva consacrazione e consolidamento è quello delle auto ad idrogeno. Qualche anno fa le prospettive del settore erano molto positive, con una buona parte degli analisti pronta a scommettere su un vero boom di tale area. Oggi la prudenza è invece maggiore. Cosa è successo?
A dircelo è un recente intervento comparso sul Torque News, secondo cui la validità della duplice applicazione tecnica delle auto ad idrogeno non è messa in discussione, mentre maggiore incertezza vige sulle sue applicazioni temporali.
Il primo ostacolo da superare, e probabilmente anche quello tecnicamente più evidente, riguarda i serbatoi dell’idrogeno. Qualche mese fa BMW aveva presentato un prototipo di vettura ad idrogeno, dove risaltavano soprattutto le taniche contenenti tale “carburante”, la cui delicatezza di trattamento era pari all’ingombro dei serbatoi.
Ancora, altra determinante sulla quale si dibatte frequentemente, è relativa alle infrastrutture necessarie per conservare a temperatura ideale l’idrogeno, ammesso che la struttura delle taniche non sia sufficiente.
Se a ciò aggiungiamo l’inappropriatezza delle reti di sviluppo nella distribuzione del carburante, e i costi ancora tutti da evidenziare, appare abbastanza chiaro come il progresso delle auto ad idrogeno possa subire nuovi, significativi, rallentamenti.
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