Il mese di ottobre è ancora ideale per escursioni e trekking. L’autunno è un mese di passaggio in cui si può godere la natura senza l’affollamento turistico.
Chi ama fare trekking sa che l’autunno è una delle stagioni più affascinanti per osservare la natura. Anche se sta per ‘addormentarsi’ in attesa di temperature migliori, il periodo autunnale è ancora pieno di vita, sia per gli animali che per la vegetazione. Già da ottobre si può notare il cambiamento dei colori delle foglie, che assumono tonalità dal giallo all’arancione fino al rosso. Questo fenomeno visivo affascinante è chiamato foliage, un termine che si riferisce alla caduta lenta ed inesorabile delle foglie e al loro cambiamento di colore.
Dopo la caduta, le foglie passano direttamente dagli alberi alla terra su cui camminiamo. Inoltre, l’autunno offre condizioni ideali per il trekking. Le temperature sono più basse, quindi non si rischia di avere troppo caldo durante i passaggi esposti al sole, e l’affollamento turistico di agosto e parte di settembre è già diminuito. Se possibile, si consiglia di fare trekking durante la settimana anziché nel weekend, quando c’è ancora molta affluenza. La minore presenza umana offre anche l’opportunità di avvistare animali selvatici come cervi, camosci e caprioli, che in estate spostano la loro attività da diurna a notturna per evitare l’interazione con gli esseri umani
Si comincia dalle regioni dell’Emilia Romagna. In questo periodo dell’anno, a partire da ottobre per arrivare alla metà di novembre, per questioni climatiche è meglio prediligere le aree meno fredde del centro sud. Le colline dell’Emilia Romagna sono dolci, e possono essere intraprese anche dalle famiglie e dai camminatori non esperti. La via dei Gessi e dei Calanchi è un percorso di 102 Km che va da Bologna a Faenza. In autunno si tinge di rosso, e consente di suddividere il percorso in sette tappe, ognuna delle quali organizzate con dei punti ristoro dove gustare le specialità locali.
La durata delle sette tappe è dagli 8 ai 20 Km, ma sostanzialmente con pendii molto dolci. Ad eccezione del Monte Mauro, con un dislivello di 500 metri. La via dei gessi si chiama così anche perché c’è un sentiero dove è presente la preistorica vena di gesso. Il gesso, a differenza di quanto si crede, non è bianco, ma trasparente. Quando la vena di gesso viene colpita dal sole, i cristalli si illuminano come diamanti.
Spostandoci un po’ più a sud si può trovare il cammino delle Terre mutate. Si parte da Faenza, nelle Marche, per arrivare a L’Aquila, in Abruzzo, passando per il Lazio e l’Umbria. La difficoltà dei sentieri è varia. Si parte dalle colline marchigiane per arrivare alla natura più aspra e selvaggia dell’Abruzzo. Le tappe in totale sono 14, e si possono intraprendere in diversi giorni, facendo soste in luoghi attrezzati come campeggi o rifugi. Inoltre, prima di arrivare alla bellezza di Campo Imperatore, si attraversano dei borghi suggestivi che portano con loro tutte le ferite dei terremoti che hanno colpito negli anni tutta l’area dalle Marche all’Abruzzo.
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