Coldiretti lancia l’allarme, situazione preoccupante: l’elenco dei cibi che troveremo sempre meno nei supermercati
Il ritmo con il quale procede l’agricoltura al giorno d’oggi, il sempre più massiccio utilizzo di fertilizzanti e prodotti chimici che accrescano la produzione, il sovra sfruttamento del terreno, sono tra i fattori da attenzionare in tema di qualità del cibo che, quotidianamente, serviamo sulle nostre tavole. Quanto incidono agricoltura e allevamento intensivi sull’impoverimento nutrizionale che si va riscontrando con sempre maggior incidenza? E, soprattutto, esiste una modalità di invertire la rotta?
L’allarme recentemente lanciato da Coldiretti (associazione che riunisce i rappresentanti dell’agricoltura italiana) deve portarci a riflettere su quanto i metodi tradizionali di fare agricoltura – metodi, cioè, basati sul largo impiego di prodotti chimici e su vaste estensioni monocolturali – siano tassativamente da rifiutare. Sono proprio meccanismi di questo genere, d’altra parte, i principali responsabili non solo dell’abbassamento della qualità del cibo, ma persino dell’offerta stessa che, nel giro di qualche anno, potremmo riscontrare nei supermercati.
Coldiretti lancia l’allarme: l’elenco dei cibi che troveremo sempre meno nei supermercati
Parlare di alimentazione e di sostenibilità ambientale, paradossalmente, non vuol dire soffermarsi solo ed esclusivamente sulla lista dei prodotti che dovremmo cercare di evitare durante la nostra spesa al supermercato. Come il cibo si relaziona alla problematica ambientale e all’inquinamento è, innanzitutto, una questione di tecniche di coltivazione, fertilizzanti adoperati, attuazione di politiche che consentano di tutelare il suolo. La mancata attenzione nei confronti di questi fattori, d’altra parte, starebbe già dando i suoi frutti.
Secondo quanto riportato da Coldiretti, lo scenario che si prospetta per il futuro della popolazione italiana è a dir poco raccapricciante. Sarebbero molteplici, stando ai dati riferiti dall’associazione, le colture che si troveranno sempre più in difficoltà nei prossimi anni. Nel 2022, nello specifico, sono stati riscontrati i seguenti cali produttivi: mais (-45%), latte (-20%), frumento duro per la pasta (-30%), cozze e vongole (-20%), frutta (-15%). A ciò si aggiunge un prospetto di calo anche per la vendemmia, pari ad un -10% in termini di uve.
Non è difficile immaginare con quali disastrose conseguenze un simile scenario potrebbe arrivare ad impattare su diversi settori: dall’economia alla sanità pubblica, dal turismo enogastronomico al terziario. Qualora non fosse possibile arginare tale preoccupante deriva mediante gli opportuni interventi sul suolo e sulle tecniche agricole, con ogni probabilità, saremo costretti a dire addio alla tanto acclamata e imitata dieta mediterranea.
Suolo “ammalato”: come agire per tentare di contrastare la deriva dell’agricoltura
Per tentare di contrastare la deriva dell’agricoltura, l’unica via da percorrere è quella dell’abbandono dei tradizionali metodi di coltivazione, e, in parallelo, il totale affidamento ai prodotti e alle tecniche dell’agricoltura biologica. Proprio quest’ultimo strumento – in grado di restituire fertilità ai suoli e di ridurre enormemente l’impatto ambientale – costituirebbe la principale forma di lotta all’impoverimento alimentare attenzionato da Coldiretti.