La babirussa è un mammifero che somiglia ad un suino, ma che ha delle lunghezze antenne punto non è neanche simile al cinghiale
La babirussa è una specie che un tempo era suddivisa in quattro sottospecie, una delle quali ad oggi è estinta. La parola babirussa proviene dalla sintesi di due termini malesi che significano cervo e maiale. Probabilmente in Malesia l’immagine così simile ad un suino era disturbata dalle lunghe zanne che potevano ricordare quelle di un cervo. Ad osservare una foto della babirussa, si può pensare ad un animale proveniente direttamente dal bestiario fantasioso.
Come fosse un minotauro, effettivamente sembra l’unione di più di un animale. Mentre invece è una specie unica. Che in Europa non è presente. Purtroppo questo tipo di suino selvatico è a rischio estinzione, in parte a causa dell’essere stato lungamente oggetto di caccia, ma soprattutto a causa della distruzione delle foreste pluviali in cui è abituato a vivere.
Senza dubbio è il suino più particolare che esista. Esso vive nelle zone pluviali dell’Indonesia, in particolare dell’isola Sulawesi. La foresta pluviale tropicale è il suo habitat naturale, dove riescono a trovare il proprio cibo. O almeno ci riuscivano, prima che queste foreste iniziassero a restringersi e contrarsi sempre di più.
Nei rapporti con l’uomo la babirussa ha avuto delle dinamiche controverse. A volte è stata cacciata, altre volte si è tentato di addomesticarla. Tuttavia l’addomesticamento vero e proprio non è mai stato portato a termine. Specialmente a causa del fatto che in cattività gli esemplari non si riproducono. È un animale le cui tracce risalgono a tempi molto antichi. Le pitture rupestri lo testimoniano con raffigurazioni risalenti a quasi 40mila anni fa.
Senza dubbio la caratteristica peculiare di questo tipo esotico di maiale sono le zanne molto lunghe rivolte all’indietro. Infatti esse provengono dai canini superiori che non crescono nella cavità orale, ma tendono verso l’alto. Trafiggono la carne ed il muso ed arrivano alla fronte. Esse non vengono utilizzate durante la stagione degli amori per ferire, anche se i combattimenti sono feroci. Tuttavia le zanne rivolte all’indietro non riescono a ferire il maschio avversario.
Si cibano di erba, bacche e ghiande. Purtroppo la vita della specie è messa seriamente a rischio anche dalla deforestazione, che sottrae l’habitat naturale della babirussa, e soprattutto dal fatto che dopo una lunga gestazione ogni femmina partorisce al massimo uno o due cuccioli. A tutto ciò si aggiunge l’attività di bracconaggio per ottenere le zanne da rivendere sul mercato nero.
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