Grazie alle loro numerose proprietà, le bacche di ginepro sono delle ottime alleate per la salute di tutto il corpo, oltre che degli eccellenti ingredienti in cucina.
Dalla forma simile a quella dei mirtilli, le bacche di ginepro sono un vero toccasana per la salute in quanto nascondono numerose proprietà utili a tutto il corpo. Fin dai tempi antichi venivano infatti utilizzate per combattere malattie delle vie respiratorie e non solo.
Queste piccole coccole dal colore bluastro e dalla polpa rosso sangue sono il frutto del ginepro, un arbusto sempre verde dalle foglie aghiformi che cresce naturalmente sulle pendici delle Alpi e degli Appennini che è possibile però piantare anche in giardino.
Raffreddori, reumatismi, problemi urinari e molto altro ancora possono essere “sconfitti” grazie proprio all’impiego di queste bacche, andiamo quindi a scoprire meglio quali sono le caratteristiche e le proprietà di questo frutto quasi miracoloso.
Come abbiamo appena detto, le bacche di ginepro sono un frutto davvero molto utile per riuscire a sconfiggere e prevenire fastidi e malattie del nostro corpo e per questo vengono utilizzate fin dai tempi degli antichi romani per poter portare sollievo. Nonostante la loro piccola taglia, sono ricche di proprietà e per questo venivano considerate “magiche”.
Sono prima di tutto degli ottimi antisettici naturali, utili a rallentare e impedire l’attacco di microbi soprattutto per quello che riguarda le vie respiratorie e urinarie. Nel primo caso aiutano nello specifico a sedare tosse e raffreddore, malanno tipico delle stagioni autunnali e invernali dove si resta più spesso in luoghi chiusi e dove quindi avviene maggiormente la trasmissione dei batteri.
Per quanto riguarda invece la salute delle vie urinarie, le proprietà antisettiche di queste bacche si uniscono a quelle diuretiche aiutando così l’organismo a depurarsi e a combattere eventuali infezioni in corso. É bene però fare attenzione al consumo delle bacche di ginepro nel caso in cui si soffra di malattie renali!
Le speciali proprietà del frutto del ginepro non si fermano però qui, sono anche un ottimo alleato per la digestione e per tutti i fastidi legati proprio al processo digestivo. Chi soffre di dispepsia ( un dolore localizzato nella parte alta dello stomaco e derivante da gastrite ed esofagite) troverà infatti un gran sollievo nell’utilizzare le bacche di ginepro, che aiutano a ridurre la sensazione di gonfiore e bruciore.
Spesso vengono anche trasformate in olio essenziale così da poter essere impiegato nei massaggi per poter decontrarre i muscoli e prevenire eventuali crampi. In ogni caso, è sempre bene ricordare che i rimedi naturali non sostituiscono mai la medicina tradizionale.
Non tutte le piante di ginepro sono però miracolose, ne esiste una tipologia che – a differenza – è più che mai velenosa e bisogna dunque stare bene attenti a riconoscerla e ad evitare di ingerire i suoi frutti. Stiamo parlando del ginepro sabina, che prende il nome dalla zona da cui proviene e cioè una parte di Italia centrale che si estende tra Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria.
Il ginepro sabina è anch’esso conosciuto fin da tempi antichi ma per le sue proprietà velenose. Ogni parte della pianta è infatti tossica e letale, motivo per il quale in passato veniva utilizzata di proposito per arrecare gravi danni alla salute.
Come fare dunque a distinguerla e ad evitare così il pericolo? A differenza delle altre specie, il ginepro sabina si differenzia sia per la tipologia di foglie che di bacche: non più aghi appuntiti ma foglie a forma di piccole squame e pseudobacche dal colore tendente al celestino e dalla forma ovoidale.
Spesso questa tipologia di ginepro è presente nelle zone urbane dove viene piantata per motivi puramente estetici, in quanto molto più piccola rispetto agli alberi di ginepro che si trovano in montagna. La sua taglia ridotta la rende perfetta per essere piantata nel proprio giardino o sul balcone e poter godere così della sua bellezza.
Tornando a parlare in generale del ginepro, questo tipo di pianta si definisce dioica. Questo termine indica che i fiori che crescono dai suoi rami sono o solo maschi o solo femmine e che i due “sessi” quindi si trovano su due alberi distinti.
In entrambi i casi però si tratta di piccoli fiori dal colore giallo-verdastri che fioriscono solitamente nel mese di marzo e, nel caso di quelli femminili, questi si trasformeranno in bacche solo dopo due anni e generalmente nei mesi autunnali.
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