È successo tutto in pochissimi istanti davanti gli occhi increduli dei bagnanti: un piccolo velivolo si schianta nell’Oceano Atlantico, a pochi metri dalla riva. Ecco le dinamiche del fatto e le condizioni salutari del pilota.
Immaginatevi la scena: dopo un anno di lavoro siete in vacanza, al mare, sdraiati comodamente sul vostro lettino. Il sole lambisce il vostro volto, la pelle si abbronza, il suono delle onde rilassa il vostro cervello. Ad un tratto però un brusco rumore interrompe i vostri pensieri. Sembra il brusio di una zanzara ma il suono è troppo forte. Aprite dunque gli occhi e vedete un velivolo planare e schiantarsi contro la tavola celeste fatta d’acqua.
Questo è esattamente ciò che è successo pochi giorni fa ad Hampton Beach, negli Stati Uniti d’America. Subito, tra la folla si è diffuso il panico: nessuno infatti sapeva cosa fare. Fortunatamente sono intervenuti i bagnini, i quali sono giunti in soccorso del pilota del piccolo aereo, solo all’interno del velivolo. Per sua fortuna, ha subito solamente lievi ferite.
La Federal Aviation Administration, la più grande agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitensi, ha subito dichiarato che il pilota era solo a bordo e non è in pericolo di vita. Il video che vi lasceremo sul fondo dell’articolo mostra come il velivolo si schiantato sull’Oceano Atlantico, a circa 30 metri dalla riva pregna di bagnanti.
L’incidente dunque poteva trasformarsi in una tragedia di dimensioni considerevoli se solo il velivolo fosse precipitato sulla spiaggia. L’autore del video si chiama Adam Bagni e ha subito raccontato, come testimone oculare, le dinamiche dell’incidente alle autorità competenti. Ha infatti affermato che l’aereo è precipitato quasi in picchiata, sbattendo sulla superficie marina dapprima il muso. In seguito la coda è salita sopra la cabina e poi è ricaduta.
Aerei e navi inquinano. Stavolta però non parliamo della combustione dei carburanti bensì proprio della loro carrozzeria. È spesso capitato nella storia degli ultimi decenni che questi mezzi di trasporto affondino. Ciò compromette l’equilibrio dell’ecosistema marino. Oltre all’inquinamento dei metalli pesanti con cui sono prodotti, c’è il pericolo carburante: i serbatoi di questi colossi sono pregni di prodotti petroliferi. La corrosione dell’acqua pian piano mangerà i metalli dei serbatoi facendo riversare il liquido nero nei mari. Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere dunque. A fare le spese di tutto ciò sono sia i pesci sia noi umani che a nostra volte ingeriamo i prodotti acquatici. Bisogna dunque individuare il prima possibile questi relitti ed intervenire.
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