[galleria id=”651″]La strage degli animali (purtroppo) continua. Anche stavolta c’è di mezzo l’uomo, un pò come la vicenda nostrana capitata nel Gargano con i capidogli. Qui invece si parla della Nuova Zelanda e della morte di ben 125 cetacei tra ieri e l’altro ieri. Numeri da record e tristemente macabri. Per fortuna, l’intervento tempestivo di alcune decine di volontari ha evitato il peggio e circa 60 balene sono riuscite a scampare da una fine certa.
La tragedia ambientale è avvenuta tra le spiagge di Colville e Farewell Spit, sulle coste di una penisola e di un’isola neozelandese. Dopo questa brutta vicenda, si stima che la specie delle balene sia in via di estinzione. Per questi crimini efferati sotto accusa c’è in primis la caccia (la balena è cibo prelibato), succeduta dall’inquinamento ambientale e marino (che è imputato di alterare l’habitat degli animali, obbligandoli agli spostamenti alle volte fatali) e, infine, l’inquinamento acustico (i sonar confondono le comunicazioni tra capo branco e gli altri esemplari, causando caos).
Speriamo che gli enti ambientalisti e animalisti riescano a fare sentire il loro grido, così da poter mettere la parola “fine” su queste tristi vicende.
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