Il “Baltico Connector”, l’importante rete di collegamento energetico che ha legato diversi paesi europei, è nel mezzo di una crisi senza precedenti.
Non tutti lo conosceranno ma nelle acque tra Finlandia ed Estonia esiste un gasdotto sottomarino di importanza vitale, una vera arteria che rifornisce di gas l’Europa e nel quale in questi giorni si sono evidenziati problemi impossibili da sottovalutare.
I primi problemi sono arrivati domenica scorsa, con un calo di pressione impressionante che è stato registrato nell’impianto, una situazione davvero inusuale che ha messo in allarme non solo la Finlandia ma l’Europa intera.
Le prime analisi hanno evidenziato dei segni di danneggiamento dell’impianto nelle acque finlandesi e in molti hanno pensato ad un atto di sabotaggio, così come confermato anche dal presidente Niinistro nella conferenza stampa che si è svolta martedì scorso.
Nel corso dell’incontro coi giornalisti, è stato comunicato che oltre al gasdotto anche un cavo per le telecomunicazioni sembra aver subito danni a seguito di “attività esterne“. Ma come influirà questo sulle nostre vite? Lo scenario è davvero molto preoccupante.
Sabotaggio al Baltico Connector, sarà anche l’Italia a pagare a caro prezzo l’episodio
Le indagini proseguono spedite per comprendere quali siano i motivi reali dietro la rottura dell’impianto ma intanto l’Europa non può che trattenere il fiato.
L’importanza di questa infrastruttura risulta infatti cruciale per mantenere l’equilibrio energetico in tutto il vecchio continente, un equilibrio più che mai instabile a causa del conflitto russo e che potrebbe dunque avere ripercussioni immediate quanto gravi.
Non è un caso, infatti, che i mercati abbiano già risposto alla notizia proveniente dal Mar Baltico con il prezzo del gas che ha subito una brusca impennata, con proiezioni che sembrano essere ancor più gravi e prezzi destinati ad arrivare sui 40 euro al metro cubo per questo bene.
Non è solo l’economia ad essere colpita, problemi come questo, infatti, riaccendono anche i riflettori sulla sicurezza delle nostre infrastrutture e la fragilità di queste che rende l’Europa un bersaglio facile.
Avviate le indagini per capire se si tratta realmente di un sabotaggio
In un momento di tensione come questo, in cui molte aziende hanno già pagato a caro prezzo i rincari e le speculazioni a seguito della guerra tra Russia e Ucraina, un’ulteriore rialzo dei costi per l’energia potrebbe rappresentare il colpo del Knock Out, motivo per cui l’attenzione sulla questione sembra essere arrivata ai massimi livelli.
Intanto, anche la NATO, con estrema prontezza, ha manifestato la sua disponibilità nel fornire aiuto nelle indagini e capire quali siano state le vere cause del guasto al Baltic Connector, segnalando chiaramente la delicatezza della situazione. Il timore di un sabotaggio è una tesi che si fa sempre più insistente.
Nonostante la vicenda sia ancora da chiarire, crescono sempre di più le preoccupazioni di cittadini ed imprenditori che, in una situazione già drammatica, sembrano non essere più in grado di assorbire ulteriori contraccolpi. C’è un urgente bisogno di garantire un futuro energetico sicuro e sostenibile per il vecchio continente, una necessità che diventa sempre più pressante.